Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pedofilia, gli Usa attaccano la Chiesa

San Pietro

  • a
  • a
  • a

Dall'America, pesante come una «colonna» del New York Times, arriva un attacco in grande stile alla Chiesa che viene definita nel titolo «in declino». E nell'editoriale sullo scandalo dei preti pedofili il concetto non è meno duro: «Il Vaticano non ha imparato le lezioni dello scandalo della pedofilia negli Usa che ha portato al licenziamento di oltre 700 preti nell'arco di tre anni». L'intervento del giornale è legato al caso di un prete del Wisconsin che aveva molestato oltre 200 bambini sordi tra il 1950 e il 1974: il New York Times ha accusato l'allora cardinale Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, e il cardinale Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato Vaticano, di aver occultato la vicenda. Immediata la reazione della Santa Sede. Secondo l'Osservatore Romano, sulla vicenda non ci fu «nessun insabbiamento», mentre dalle ricostruzioni giornalistiche emerge un «evidente e ignobile intento di arrivare a colpire, a ogni costo, Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori». E il portavoce vaticano Federico Lombardi, in una dichiarazione al New York Times diffusa ieri, ha affermato che nella vicenda non c'era stata nessuna copertura, nessuna proibizione di denuncia degli abusi, mentre la Congregazione per la Dottrina della Fede venne informata dei fatti solo una ventina di anni dopo. Il «tragico caso» del sacerdote dell'arcidiocesi di Milwaukee, colpendo vittime «particolarmente vulnerabili» e che «hanno sofferto terribilmente a causa delle sue azioni», aveva visto il prete - secondo padre Lombardi - violare «la legge e, cosa ancora più grave, la sacra fiducia che le sue vittime avevano riposto in lui». Il fatto è che le indagini civili partite verso la metà degli anni settanta dopo le denunce di alcune vittime «furono abbandonate» e che l'ex Sant'Uffizio fu informato «solo una ventina di anni dopo». Insomma, secondo padre Lombardi «non esiste nessuna relazione» tra l'applicazione della «Crimen sollicitationis» (l'istruzione del 1962 che stabiliva la procedura in casi di avances in sede di confessione) e la mancata denuncia degli abusi sui bambini alle autorità civili: «Né la Crimen sollicitationis né il Codice di Diritto Canonico hanno mai vietato la denuncia degli abusi sui bambini alle forze dell'ordine». Quando alla fine degli anni '90 il caso fu sottoposto alla Congregazione, la richiesta - cioè come trattare l'adescamento nel confessionale in quanto violazione del Sacramento della Penitenza - «non era in nessun modo collegata con una potenziale procedura civile o penale nei confronti di padre Murphy». E «alla luce del fatto che padre Murphy era anziano e in precarie condizioni di salute, che viveva in isolamento e che per oltre vent'anni non erano stati denunciati altri abusi, la Congregazione per la Dottrina della Fede suggerì che l'arcivescovo di Milwaukee prendesse in considerazione di affrontare la situazione limitando, per esempio, il ministero pubblico di padre Murphy ed esigendo che padre Murphy si assumesse la piena responsabilità della gravità delle sue azioni». «Padre Murphy - ha spiegato ancora padre Lombardi - morì circa quattro mesi dopo, senza altri incidenti». Per l'Osservatore Romano, «come si può facilmente dedurre anche leggendo la ricostruzione fatta dal New York Times, sul caso di padre Murphy non vi è stato alcun insabbiamento». E - secondo un rapporto della Conferenza Episcopale Usa riportato dal vaticanista Marco Tosatti sul suo blog - la linea della «tolleranza zero» proposta dal card. Joseph Ratzinger e adottata da Giovanni Paolo II nell'ultima parte del suo Pontificato ha dimostrato di funzionare bene. Calano, infatti, negli Stati Uniti le denunce contro preti accusati di abusi sessuali e molestie nei confronti di minori. Il numero delle vittime, delle accuse e dei preti riconosciuti colpevoli nel 2009 è calato al minimo storico dal 2004, anno in cui la Chiesa ha cominciato a raccogliere questi dati. Invece resta alto il prezzo che le diocesi cattoliche statunitensi devono pagare per gli abusi (commessi nei decenni scorsi) sia come danni alle vittime di molestie che come spese legali nei processi: nel 2009, per casi di pedofilia, la Chiesa ha dovuto pagare 104 milioni di dollari, contro i 376 del 2008. In totale, dal 2002, le diocesi americane hanno dovuto pagare indennizzi per 2,7 miliardi di dollari. Nel 2009, la Chiesa ha ricevuto 398 denunce per abusi commessi da preti o religiosi, con un calo del 36 per cento rispetto al 2008. Il numero dei preti coinvolti è calato del 32 per cento, con 286 preti chiamati in causa: la maggior parte di loro sono morti da tempo, oppure sono già stati allontanati dal sacerdozio. Solo sei casi riguardavano persone ancora minorenni nel 2009 e metà di tali abusi denunciati sarebbero stati commessi da religiosi non statunitensi di passaggio nel Paese.

Dai blog