Da Fini altolà sulle riforme
L'approccio alle riforme costituzionali "non può che essere senza strumentalizzazioni di tipo propagandistico o legato al vantaggio legittimo ma certamente di parte che può trarre questa o quella forza politica". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, invoca "lo spirito costituente" all'indomani delle parole di Silvio Berlusconi, che ha proposto di far decidere agli elettori nei gazebo sulla riforma presidenzialista. Anche stamattina il premier è ritornato sull'argomento: "Utilizzeremo i tre anni di legislatura per fare le riforme istituzionali che il Paese attende da tempo - ha detto in un intervento televisivo - Il dimezzamento del numero dei parlamentari e il diritto ai cittadini di eleggere direttamente o il presidente del Consiglio o il Presidente della Repubblica". COSTITUZIONE, CASA DI TUTTI GLI ITALIANI - Fini incontrando a Roma alcuni esponenti del consorzio Civitas ha spiegato che quando si parla di riforme "l'approccio non può essere di tipo propagandistico o di parte". "Non può che essere finalizzato a uno spirito costituente - ha continuato - deve cioè avere come obiettivo l'interesse generale". Per la terza carica dello Stato le riforme della carta costituzionale devono garantire "tutti gli italiani, non soltanto di quelli del Sud o del Nord, ma anche di quelli che legittimamente votano per questa o quella forza politica". "Credo" ha poi aggiunto Fini, "che in questa fase turbolenta siano concetti che debbano essere ripetuti o comunque concetti che devono essere tenuti ben presenti almeno dalle istituzioni".