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Compra, affitta, incassa L'uomo d'oro del Palazzo

La Camera dei Deputati

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Quasi 54 milioni di euro. No, non è il montepremi del Superenalotto. Anche se Sergio Scarpellini, titolare dell'omonimo gruppo immobiliare, da quando ha incrociato il suo destino con quello della Camera dei deputati, ha guadagnato molto di più di un «6» milionario. E nel 2010, secondo le previsioni, porterà a casa ben 53.579.976,31 euro. La cifra è contenuta nei «conti segreti» di Montecitorio da ieri consutabili sul sito www.listaboninopannella.it/trasparenza. Una lunga lista di contratti, collaborazioni, consulenze obbligatorie e non, che per la prima volta diventa di dominio pubblico. Merito di Rita Bernardini, deputata radicale eletta nelle file del Pd, che a luglio 2009, durante la discussione del conto consuntivo della Camera, chiese di poter avere la lista dei fornitori. La querelle si protrae per mesi. I questori le dicono che non può accedere alla documentazione. Bernardini replica con l'articolo 68 del regolamento che prevede che «i deputati in carica hanno comunque accesso ai contratti e all'albo dei fornitori e degli appaltatori della Camera» e annuncia uno sciopero della fame. Gianfranco Fini le risponde immediatamente: «Cara Bernardini sarà lo sciopero della fame più breve della storia. Domani avrai quel che chiedi giustamente». Il 9 febbraio la documentazione cartacea arriva nelle mani della deputata radicale e dopo un duro lavoro di «trasformazione» da ieri è disponibile online. E così è finalmente possibile fare un po' di conti in tasca al vero re Mida di Montecitorio. Le prodezze di Scarpellini, in verità, non sono una novità (ha stipulato il suo primo contratto con l'istituzione nel 1997 sotto la presidenza di Luciano Violante). Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo gli hanno dedicato una certa attenzione nel loro libro La Casta. Merito dell'«operazione Marini», il complesso di quattro palazzi che lui ha acquistato con mutui e che la Camera gli ha di fatto pagato garantendo affitti stratosferici per 18 anni (9+9). La locazione è ancora in essere. Anche se, vista la spesa, a questo punto chiunque avrebbe potuto tranquillamente comprare gli edifici per conto proprio. Secondo quanto previsto per il 2010 , infatti, Montecitorio pagherà: 13.269.346,40 euro di affitto per Marini 1; 12.565.710,50 per Marini 2; 8.981.055,90 per Marini 3 e 11.718.369,61 per Marini 4. Ma la Milano 90 di Scarpellini incasserà pure 1.203.611,76 euro per il «presidio antincendio e pronto intervento impiantistico notturno festivo» nei quattro palazzi, 1.391.556,38 per il «presidio diurno manutentivo e pronto intervento» a Marini 1 e 2, 617.843,88 per Marini 3, 642.678,82 per Marini 4. E ci sono anche 519.323,06 euro per una «sublocazione Galtrucco». Il bello è che Scarpellini non incassa solo come locatario. Milano 90 gestisce infatti il self service Marini (1.220.000 euro), il self service Seminario (1.100.000), offre servizi di supporto alla ristorazione (350.480) e di catering (2.000 euro già assegnati). Totale: quasi 54 milioni di euro. Che se rapportati ai 138.890.396,88 euro di spesa complessiva prevista nel 2010, fanno dell'imprenditore romano il vero re dell'appalto. A spese dei contribuenti.

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