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Pasquali: quelli non sono studenti Nei collettivi gente da centro sociale

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Conun'aggravante: dei collettivi ne fanno parte persone che nulla hanno a che vedere con la vita universitaria». Chi sono? «Ci sono parecchi componenti dei centri sociali. Infatti lo scontro è su base ideologica. Tutto questo ci riporta indietro negli anni, come fosse un deja vu». Un ritorno degli Anni Settanta? «Qualcuno soffia sul fuoco. Ma le contrapposizioni sono tra piccoli gruppi, i giovani oggi sono molto più pragmatici». Si deve fare politica anche nelle università? «Certo. Se si vuole migliorare la vita di uno studente è doveroso. Ma non so se è il caso di questi estremisti che usano l'università come un palcoscenico. Io di questi personaggi non conosco i programmi. Dei collettivi so solo che occupano aule in atenei come La Sapienza. Non sono la parte sana della nostra gioventù». A maggio ci saranno le elezioni per i rappresentanti universitari. Gli scontri si possono collegare a questo appuntamento? «Alle elezioni del Cnsu vota una percentuale irrisoria di studenti. Il problema è che gli estremisti è difficile toglierli dal gioco. I motivi di tensione ci saranno sempre, al di là delle elezioni universitarie». Fab. Per.

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