C'è lavoro, ma nessuno si presenta
Mancano falegnami, idraulici, panificatori, sarti, parrucchieri, estetisti. Ma anche meccanici, carrozzieri, autoriparatori e tecnici-informatici. Il mondo dell'artigianato romano e laziale cerca nuove figure professionali da assumere. E non le trova, pur in un momento di crisi generale, purtroppo anche occupazionale. I posti vacanti sono oltre un migliaio in tutto il Lazio, secondo la Confartigianato, su un totale di 5.010 assunti nel 2009. Significa che la difficoltà di reperimento di personale per le aziende del settore è pari al 20,8%. Almeno la metà di questi posti di lavoro sono poi molto probabilmente destinati a restare vuoti, per gli altri le imprese lamentano una seria difficoltà di reperimento che a volte si conclude nell'arco di sei mesi-un anno. Va detto, ad onor del vero, che la situazione non interessa soltanto il Lazio, ma tutte le regioni d'Italia con percentuali che oscillano dal 15% del Molise al 35,6% della Basilicata. E che non registra peggioramenti rispetto agli anni precedenti. Ma è comunque un dato che fa riflettere, specie se messo in correlazione con la crisi del settore e con la situazione del resto dell'imprenditoria: in nessun altro comparto si registra, infatti, una mancanza di manodopera analoga. Il fenomeno del Lazio ha comunque le sue particolarità. Tra le figure professionali letteralmente introvabili spiccano falegnami ed operatori specializzati nella lavorazione del legno. Il motivo si spiegherebbe nell'elevato grado di professionalità richiesta, che manca perché non ci sono scuole specializzate o corsi di formazione in grado di trasmettere la necessaria competenza. Problemi anche per parrucchieri ed estetisti, con le dovute eccezioni, però, perché se i posti vacanti sono sicuramente meno nella capitale, crescono in modo esponenziale nelle province del Lazio, con Latina e Frosinone ai primi posti. Difficoltà ci sarebbero anche per gli idraulici e per gli elettricisti. E una buona percentuale di posti di lavoro vacanti interessa anche il mondo della meccanica e degli autoriparatori. Introvabili, ormai i sarti, figure tra le più ricercate dalle aziende destinate a lasciare vuoti oltre la metà dei posti disponibili. Così come si fa fatica a reperire fornai, pasticceri e gelatai: si calcola che su un centinaio di offerte di lavoro soltanto venti vadano a buon fine nel giro di poche settimane. Se dalle attività più tradizionali ci si sposta a quelle più innovative le difficoltà da parte delle imprese a reperire personale rimangono all'incirca le stesse. Così ad esempio si trova, in media, un solo tecnico informatico su tre posti che restano vuoti, due addetti alla robotica su sei. Le aziende non possono spesso fare altro che rivolgersi alla manodopera non specializzata. Il che comporta rischi a livello di perdita di qualità del lavoro.