Nel 2008 fu l'asso nella manica per la vittoria
Madi un modo di vivere e capire una città che forse troppo spesso è lontana dai suoi amministratori. Così il tema della sicurezza, da sempre caro al centrodestra, diventò decisivo nella campagna elettorale del 2008 quando Alemanno e Rutelli si contendevano la guida della Capitale. E il barbaro omicidio della signora Reggiani fu, non per la città, ma per la classe dirigente di centrosinistra al potere da quindici anni, un triste sipario, alzatosi all'improvviso su quelle periferie lasciate a se stesse, su quei disperati clandestini che vivevano negli anfratti sconosciuti del Tevere. E ancora, il degrado delle case popolari, l'accattonaggio nelle strade e quartieri sempre più «mono etnici» con il rischio evidente di ritrovarsi con scuole ghetto, insegne di negozi incomprensibili, vu cumprà indisturbati e ragazzi che sniffavano cocaina sui motorini parcheggiati nei vicoli di Trastevere. Al di là dei dati, che comunque rilevavano tra il 2000 e il 2007 un aumento dell'11 per cento della microcriminalità nella Capitale, a far vincere Alemanno nel 2008 sono stati due elementi fondamentali: l'aver colto e bene interpretato il disagio di una città che aveva paura, da una parte e l'aver proposto un'alternativa politica credibile dall'altra. E non si tratta solo dell'incremento delle forze dell'ordine, fino ai militari a presidiare gli obiettivi sensibili; delle ordinanze che hanno riscritto le regole per combattere la prostituzione, il degrado, l'accattonaggio; degli sgomberi delle baracche nelle ville storiche, nei parchi, sul fiume e di un piano di riorganizzazione dei campi nomadi che ha segnato la storica chiusura del Casilino 900. Tutti fatti che hanno contribuito a far registrare una diminuzione dei reati del 32 per cento. Oltre a questo c'è stata una visione diversa su come applicare la politica all'amministrazione e che, in quella primavera del 2008 coincise perfettamente con le esigenze della città. Non più «integrazione a tutti i costi», non più tolleranza «a costo zero» ma, semplicemente più ordine e garanzia di vivere una città senza aver paura di scippi, rapine, stupri. Una sfida vinta, quella di Alemanno, prima sulla strada, cogliendo e interpretando il malessere della città e poi mettendo in pratica quella politica che i cittadini chiedevano. Non stupisce quindi che oggi nella lettera che Alemanno ha scritto ai romani si parli proprio di sicurezza, decoro, periferie. E infine l'appello. «Questo percorso sarà rafforzato e accelerato se, dopo il Comune di Roma, anche la Regione Lazio volterà pagina con la vittoria di Renata Polverini». Sulla sicurezza però la situazione si capovolge. Non si tratta di intercettare il malessere ma al contrario di certificare la promozione sui risultati raggiunti. Sus. Nov.