Bersani si consola attaccando il Cav

Il discorso di Silvio Berlusconi non è da «statista o da capo del governo» ma «da capopopolo». A bocciare l'intervento del premier Silvio Berlusconi dal palco di piazza San Giovanni è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che, insieme al resto dell'opposizione, non risparmia critiche al capo del governo. Bersani era in Piemonte per la campagan elettorale mentre la Bonino a Firenze. Il botta e risposta con la maggioranza inizia sin dal pomeriggio quando dal palco della manifestazione del Pdl, Denis Verdini annuncia che a San Giovanni ci sono oltre «un milione di persone». Numeri subito contestati dal Partito Democratico: «Un milione in piazza? Forse sono quelli che ha chiamato non quelli che c'erano», ironizza il leader del Pd Pier Luigi Bersani. Ad alzare però il livello della polemica ci pensano alcuni passaggi dell'intervento del premier. Gli attacchi ai «magistrati politicizzati» e alla sinistra che, in caso di vittoria «renderebbe l'Italia meno libera» non passano certo inosservate. «Dalle parole di Berlusconi non è arrivato nulla di nuovo - osserva ad esempio il leader Democratico - abbiamo sentito le stesse parole che ripete da anni, dal 1994». Anzi, dice ancora Bersani: «Mi sembra che sia lui il picconatore degli elementi base della vita comune. Le regole vengono prima del consenso». Bersani poi incalza con la solita litania delle bugie. «Berlusconi è il surfista sull'onda delle panzane: casca una balla e, come l'onda, ne arriva un'altra; ma dopo un po' arriva anche la spiaggia. Questo governare per favole va bene finchè le cose girano bene. Ma quando le cose non funzionano c'è bisogno di qualcuno che dica che c'è un problema e indichi cosa occorre fare, non uno che dice che la crisi è solo psicologica». Giudizio negativo anche da Enrico Letta: «Oggi va in scena il mondo alla rovescia - sottolinea - un governo che va in piazza e protesta contro l'opposizione, invece di parlare delle soluzioni che deve proporre per il Paese». Le parole di Berlusconi non sono piaciute nemmeno a Walter Veltroni: «Mentre l'Italia è colpita dalla crisi economica - attacca l'ex leader democratico - il premier manifesta a Roma portando avanti sempre lo stesso copione: attacchi ai magistrati e attacchi all'opposizione». Parla di «attentano alla Costituzione» il leader dell'Italia dei Valori Antonio di Pietro che aggiunge: «Tutti possono andare in piazza - ribadisce l'ex pm - ma che il capo del governo, in un Paese democratico dove c'è la separazione dei poteri, organizzi il popolo contro la magistratura, non è un attentato alla Costituzione?». La soluzione, per il leader dell'Idv, è la creazione di un comitato di liberazione nazionale per «sconfiggere il regime che si è creato in Italia» dove «il neofascismo di ritorno è anche peggio del primo». Non manca di far sentire le sue critiche nemmeno l'Udc. Pier Ferdinando Casini invita il premier a risolvere «i problemi del Paese» invece di «organizzare feste». Un'ironia, quella del presidente della Camera che però scompare quando si parla dei magistrati: «Questo è l'unico Paese al mondo in cui un vertice dello Stato va in piazza contro i magistrati». D'Alema ha usato la consueta ironia caustica. Parlando a Firenze ha detto: «Adesso che Berlusconi ha detto che lui sta per vincere le elezioni, anche qui, sarà tutto più frizzante. Speriamo gli abbiano fatto l'antidoping dopo queste dichiarazioni».