Oggi la decisione della Regione Lazio
Ora dipende tutto da lui. Sarà il vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino, a dire l'ultima parola. A firmare il decreto che rinvia le elezioni di quindici giorni (in quel caso si voterà l'11 e 12 aprile) o che le farà svolgere, come previsto, il 28 e 29 marzo. «Spero che sia la mia ultima fatica. M'è capitato davvero di tutto», scherza Montino. Ha cominciato la legislatura come vice di Marrazzo e assessore all'Urbanistica. La finisce con un fardello imprevedibile sulle spalle. Ieri ha passato il problema agli uffici legali della Regione, oggi gli daranno il responso e agirà di conseguenza. «In questa situazione così confusa la decisione non può essere politica ma esclusivamente tecnica», precisa, fugando i dubbi che le preferenze elettorali possano «influenzare» il da farsi. Ma le norme sono complesse, forse anche contraddittorie, le interpretazioni molteplici. «Cosa succederà? Evitiamo di anticipare i tempi - spiega - Presto riceverò il parere. Non si potrebbe davvero dirimere la questione politicamente - aggiunge Montino - perché la materia è piuttosto trasversale, soprattutto nel centrodestra. La Polverini e Storace vorrebbero andare subito al voto, tanti altri no. Voglio evitare leggerezze e forzature. Peraltro, se devo dirla tutta, io non ho davvero preferenze. Andare a votare adesso o tra quindici giorni è uguale». Ma qualcosa, a pensarci bene, cambierà: «È vero quello che dice la Bonino, chi ha più soldi da spendere è avvantaggiato con il rinvio di quindici giorni. Noi non ne abbiamo tanti». Ma se passasse lo slittamento delle consultazioni il Consiglio regionale del Lazio dovrebbe modificare velocemente almeno una norma: «Quella che stabilisce come tetto massimo di spese elettorali 160 mila euro. Una legge che prevede un tempo determinato per la propaganda, se si allungasse la campagna elettorale i partiti e i candidati dovrebbero essere messi nella condizione di spendere di più. È così, le norme sono davvero complicate. Dobbiamo districarci in un ginepraio di sentenze della Corte Costituzionale, legge regionale e giurisprudenza e, visto che non abbiamo le ore contate, ci prendiamo il tempo necessario per approfondire». Le ipotesi sono due: se si decidesse di applicare la legge elettorale regionale la lista Rete Liberal di Sgarbi avrebbe diritto ad altri giorni di campagna elettorale, visto che la normativa ne prevede quindici. Se invece si propendesse per l'applicazione del decreto legge «salvaliste», allora la formazione Rete Liberal rientrerebbe nei tempi perché i giorni utili di campagna elettorale sono ridotti a sei. Eppure quest'ultima norma del governo è stata impugnata davanti alla Consulta proprio dalla Regione. Sarebbe paradossale se il Lazio finisse per avvalersene. Ad ogni modo «prima di formalizzare ogni decisione, informerò il ministro dell'Interno e il ministro per i Rapporti con le Regioni», assicura Montino. Al lavoro ci sono i dirigenti regionali che cercano una soluzione che sia «rispettosa di quanto previsto dal legislatore» e dei «pronunciamenti fin qui arrivati da Tar e Consiglio di Stato» sui ricorsi presentati dalla Lista Liberal e dal Pdl. Il documento della Regione sarà pronto questa sera e s'incrocerà con il pronunciamento del Consiglio di Stato sull'appello del Pdl per la riammissione della lista. Ancora poche ore con il fiato sospeso.