Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Berlusconi, noi difensori della libertà

default_image

  • a
  • a
  • a

"Scendiamo in piazza con una grande voglia di cambiamento" e sorretti "dall'energia del consenso". Silvio Berlusconi interviene così dal palco di una piazza San Giovanni gremita a Roma. "Siamo qui - dice il premier - per reagire a due mesi di attacchi da parte della sinistra. Chiediamo il diritto di votare per il Pdl anche qui a Roma e il diritto a non essere spiati".  "Non scendiamo quasi mai in piazza, ma come dicono a Roma, quando ce vo' ce vo'. E stavolta - ha continuato il Cavaliere - è stato assolutamente necessario farlo. Dovevamo reagire a due mesi di attacchi ingiusti e offensivi della sinistra e dei suoi giudici. Gli alleati della sinistra sono peggio di loro è una mescolanza terrificante, sono ammanettati al campione del giustizialismo, sono incapaci di governare".   Silvio Berlusconi ricorda poi un passaggio del suo discorso del '94 in cui annunciò la discesa in campo: "Non voglio vivere in un Paese dove è a rischio la libertà. Queste parole sono valide ancora oggi, e oggi lo sono ancora di più", chiosa il premier. "L'Italia è il Paese che amo, scendo in campo perchè l'Italia rischia di perdere la libertà.Se la sinistra dovesse vincere, l'Italia sarà meno libera. Se ci fosse stata un'opposizione democratica - prosegue il capo del governo - non avrebbe impedito ai cittadini di votare un partito. Noi non lo avremmo fatto".   Dal palco di San Giovanni, il premier Silvio Berlusconi torna ad attaccare "la sinistra incapace di governare, ma che cavalca le inchieste dei magistrati politicizzati che portano avanti una giustizia ad orologeria e intercettazioni a tappeto per fare una politica contro di noi". Per questo, ha aggiunto, "ancora una volta è una scelta di campo tra noi e loro, tra un governo del fare e una sinistra che sa solo dire no, giustizialista e radicale". "Volete essere spiati anche in casa vostra? Volete le risse e i pollai nella tv pagata dagli italiani? Volete nella tv pubblica i processi farsa senza che venga data possibilità di cotraddittorio?" sono alcuni degli interrogativi che il premier Silvio Berlusconi rivolge poi ai manifestanti presenti a Piazza San Giovanni.   "A questi signori della sinistra che ci hanno accusato perfino di golpe, dobbiamo dare una risposta chiara e forte: pensate a come saremmo tutti meno liberi se loro ritornassero al potere e mettesero in atto i loro programmi. Questo è il primo argomento che dobbiamo ricordare a tutti in questi ultimi giorni di campagna elettorale". Sottolinea poi il premier nel comizio. Berlusconi sostiene che "i signori della sinistra", in caso di vittoria, "rimetterebbero l'Ici, raddoppierebbero le tasse su Bot e Cct, l'imposta patrimoniale su tutto anche gli immobili più piccoli, consentirebbero pagamenti in contanti solo fino a 100 euro per lafelicità delle banche". E rivolgendosi direttamente ai manifestanti che rispondono con fragorosi "No", chiede: "Volete uno stato di polizia tributaria? Volete che la sinistra metta ancora le mani nelle vostre tasche? Volete intercettazioni a tappeto su tutto e tutti? Volete essere spiati anche a casa vostra? Volete una sinistra che spalancherebbe le porte agli extracomunitari? Volete una sinistra che usa la giustizia a fini politici? Volete i pollai sulla tv pubblica e processi farsa pagati con i soldi pubblici? Non possiamo consentire che questo avvenga - chiude il pasaggio Berlusconi - e io sono sicuro che non avverrà". "La sinistra ha cercato di buttare fango su Guido Bertolaso, ma il mio convincimento assoluto, e di tutti quelli che lo conoscono, è che siamo di fronte ad una persona assolutamente onesta, sia intellettualmente che moralmente. Lo è lui e lo sono i suoi collaboratori. - prosegue il presidente del Consiglio - Visto che oggi Bertolaso compie gli anni gli mando da qui, a mio nome e a nome di tutti noi, un grande augurio". "Una sinistra moderna e occidentale sarebbe stata la prima a chiedere che le elezioni si svolgessero in maniera democratica. - Rincara la dose il premier - Magistrati che hanno il ritratto di Che Guevara nel proprio ufficio - ribadisce - hanno escluso le nostre liste e con la pubblicità della stampa, e purtroppo non solo della stampa, si è diffusa la voce che noi fossimo colpevoli. Ho accertato io stesso che non abbiamo affatto colpe. "L'ultimo atto, il più ridicolo" è quello dell'inchiesta di Trani. Sottolinea ilSilvio Berlusconi parlando dell'inchiesta partita dalla procura pugliese. "Hanno ascoltato per mesi le mie telefonate facendo intercettazioni così casuali che erano 18 su di me e 150 su ministri e parlamentari. Intercettazioni fatte con soldi pubblici che potevano benissimo essere risparmiati perchè contengono cose che ho sempre detto in pubblico".   "Un alleato leale e forte e un amico al quale sono legato da un grande fraterno affetto". Così il capo del governo, invitando sul palco di piazza San Giovanni Umberto Bossi, ha presentato il leader della Lega ai manifestanti del Pdl. "La nostra alleanza è forte - ha aggiunto Berlusconi - perchè Umberto è un uomo di grande equilibrio, misura e lealtà, è uno di noi, lontano dai solotti chic, è un uomo del popolo". "Io - risponde il Senatur- sono uno dei pochi che non ha mai chiesto nè una lira nè un aiuto a Berlusconi - ha detto il leader del Carroccio suscitando le risate e gli applausi del pubblico - Ho capito che Berlusconi era uno del popolo, uno di noi, quando a Bruxelles gli volevano far firmare un provvedimento sulla famiglia trasversale. Lui disse spiegatemi cos'è questa famiglia trasversale, da allora ho capito che era uno del popolo". Il Senatur ha anche fatto riferimento alle politiche del governo Berlusconi sull'immigrazione sottolineando "l'importanza della lotta all'immigrazione clandestina".  

Dai blog