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Silvio: dopo le elezioni, il premierato

Silvio Berlusconi

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Si avvicina il voto e la strategia di attacco si affina. Si tengono d'occhio i consensi, le reazioni degli italiani al caos liste, il gradimento sul governo e si preparano gli assi nella manica da tirare fuori per il voto. Sulle Regionali il quadro per ora è ancora incerto. Berlusconi studia le carte ogni giorno, si confronta con i suoi, mette a punto le prossime mosse. Obiettivo: spiegare agli italiani cosa sta succedendo, le «azioni ad orologeria» attuate dai pm, che ancora una volta tentano di «condizionare il voto». Il premier va avanti con gli affondi, senza esitazioni. L'agenda è fitta di appuntamenti elettorali in tutta Italia. Non teme l'astensionismo dalle urne, e sull'inchiesta di Trani non ha dubbi: «È risibile», messa in atto da pm e sinistra per coprire i fallimenti delle loro giunte regionali. E le «talpe» che hanno diffuso le intercettazioni ai giornali saranno facilmente individuate, perché sono o i pm o gli uomini della Gdf. Insomma, per il Cavaliere prosegue la campagna elettorale infuocata, basata per lo più sulla difesa dagli attacchi giudiziari e sull'invito agli elettori ad essere tutti in piazza San Giovanni a Roma. Sarà lì che, molto probabilmente, presenterà il programma in sei punti, confezionato ad hoc per queste elezioni. Tra questi, oltre all'impegnativa promessa di abbattere i tempi delle liste d'attesa per gli esami sanitari, il premier assicura che in caso di vittoria vi sarà una «riduzione delle tasse regionali sulla famiglia». Guardando le carte che ha sulla scrivania, Berlusconi vede che il caos liste, scoppiato nel Lazio e in Lombardia, qualche danno l'ha fatto. Il timore è che tra gli italiani passi l'idea di un Pdl pasticcione, incapace addirittura di presentare le proprie liste elettorali. Timore confermato anche da alcuni focus group, sulla sua scrivania. E allora bisogna invertire la tendenza, far capire agli italiani come sono andate davvero le cose per le liste. Un'altra giornata trascorsa nelle stanze di Palazzo Grazioli tra telefonate, appelli e interviste elettorali per Berlusconi. Sotto accusa «una magistratura che fa politica», pm che «sono scesi in campo» e «hanno dettato tempi e temi della campagna elettorale». Prima «con una falsa tangentopoli», poi «schizzando fango sul miracolo fatto in Abruzzo», quindi con l'esclusione delle liste Pdl in Lombardia e nel Lazio per finire con l'inchiesta di Trani. In serata, il premier ha salutato i deputati del Pdl a cena in una villa fuori Roma: dopo le elezioni faremo la «rivoluzione liberale», ha detto, a cominciare dall'elezione diretta del premier, dalla riforma della giustizia e da quella del fisco. E poi la legge sulle intercettazioni: ora temo il telefono, avrebbe detto, lamentandosi del fatto che ogni volta che impugna la cornetta si chiede se sia intercettato. Sulla questione «Annozero», poi, ha spiegato che si tratta di una trasmissione che non permette ai politici del centrodestra di intervenire e non garantisce un confronto bilanciato. Per questo aveva tutto il diritto di denunciare il fatto che un programma Rai fosse denigratorio e fazioso. Infine il capitolo Regionali. Secondo gli ultimi report, il Pdl è in forte ripresa in Piemonte, in calo in Campania, stabile nel Lazio, in picchiata in Liguria e Puglia, avanti in Calabria. Naturalmente sono dati che cambiano continuamente ma che portano il premier a spingere sull'acceleratore. Gli occhi sono puntati sulla manifestazione di sabato: si punta ad almeno 300mila persone. E oggi il premier sarà a Napoli, tentando di dare a Stefano Caldoro la carta del sorpasso.

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