Sgarbi adesso chiede il rinvio del voto
Nella già intricata situazione elettorale del Lazio irrompe lo tsunami Vittorio Sgarbi. In seguito alla riammissione del Tar della lista Rete Liberal, il critico d'arte, capolista nel Lazio, chiede la riapertura dei termini della campagna elettorale e conseguentemente il rinvio delle elezioni. «Oggi (ieri ndr) abbiamo depositato il provvedimento del Tar in Corte d'Appello per la riammissione della lista. Poi faremo richiesta al prefetto per far slittare le elezioni», spiega l'avvocato Pietro Barone. L'istanza di rinvio deve pervenire entro 36 ore dalla riammissione. «La richiesta di rinvio verrà formalizzata al più presto - tuona Sgarbi - Ho diritto alla mia campagna elettorale. Chiedo il rispetto delle regole». In serata, poi, annuncia che stamattina inconterà Berlusconi e fa un po' retromarcia: «Sono contrario al ricorso, ma i miei lo vogliono. Intanto lo abbiamo preparato. Se il Pdl deciderà di sostenerci potremmo anche non presentarlo. Ci basta che Berlusconi ci consideri affini: chi è più affine a lui io o Fini? O la Polverini che è affine a Fini? Prima vedrò Berlusconi, poi deciderò». Secondo la legge i giorni di campagna elettorale sono 15, ma il decreto salva liste (promosso ieri dalla Consulta) li riduce a 6: «Posso fare in 8 giorni quello che gli altri fanno in 30, sono più bravo, ma devo avere la giusta visibilità», dice Sgarbi. Sulla richiesta di rinvio delle elezioni deve decidere la Regione. Cauto Montino: «La decisione spetta alla Regione, ma va presa d'intesa con il governo. Non c'è un obbligo formale, c'è una valutazione tecnico-giuridica, non politica». Per la candidata di centrosinistra Emma Bonino il rinvio è possibile «solo se riguarda tutta Italia», mentre l'avversaria Renata Polverini dice: «Sgarbi faccia ciò che vuole, io vado avanti». A complicare ulteriormente la situazione c'è, come accennato, la pronuncia con la quale la Corte Costituzionale ha respinto la richiesta di sospensione in via cautelare del decreto salva liste presentata dalla Regione escludendo il rischio di un «danno grave e irreparabile» al regolare svolgimento delle elezioni. «Lo scenario non cambia sostanzialmente», commenta Montino. Sabato è atteso, infine, il secondo pronunciamento del Consiglio di Stato sull'appello presentato ieri dal Pdl per contestare la decisione con la quale mercoledì sera il Tar ha detto per la ancora «no» alla riammissione della lista provinciale di Roma. Le correnti locali Pdl si sono già preparate al peggio. Tutti i gruppi, ormai, hanno scelto il proprio candidato della lista civica Polverini da «adottare» e anche le ultime riserve sono state sciolte: Samuele Piccolo ha fatto outing dicendo di prediligere il suo «amico leale» Pino Palmieri. Barelli, Armeni, Bordoni e Cucunato sosterranno la cattolica Olimpia Tarzia, già consigliere regionale dal 2000 al 2005. Il sindaco di Marino Adriano Palozzi, infine, ha deciso di sparigliare con un accordo con l'Udc Zanon.