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Lazio, l'allarme di Silvio "Ora attenti allo spoglio"

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi

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"Sarà una battaglia all'ultimo voto, prepariamoci. Allertate tutti". Silvio Berlusconi è ancora convinto che nel Lazio la partita sia aperta. Anche se la giornata di ieri consegna alle cronache un Berlusconi cupo, scuro in volto, incavolato con il mondo e - non è un caso - ossessionato dalla questione magistrati. Un Berlusconi che viene bloccato all'aeroporto di Ciampino per circa mezz'ora da Gianni Letta che lo raggiunge per parlargli riservatamente in una saletta. Un Berlusconi che, non era mai accaduto, arriva a Napoli e si fa condurre direttamente nel garage dell'hotel Vesuvio. Non si fa vedere dalle telecamere, né inquadrare dai fotografi. Imbocca direttamente l'ascensore e sale nella sua suite al terzo piano presidiato dalla scorta, inaccessibile ai fedelissimi. E anche alle fedelissime. Restano ad aspettare nella hall, e anche questo non era mai accaduto, quelle di «Silvio ci manchi» come Francesca Pascale e Giovanna Del Giudice. Non riescono a vederlo neanche la deputata Elvira Savino e i parlamentari campani. Persino il ministro Mara Carfagna fa una breve apparizione al Vesuvio e va via. Silvio resta da solo in camera per circa un'ora, e il candidato governatore Stefano Caldoro lo vede per una manciata di minuti: giusto il tempo di concordare i temi dell'intervento dal palco. Anche al microfono, sul palco allestito alla mostra d'Oltremare, ci resta meno del solito, saluta e si scusa con i suoi: «Devo tornare di corsa a Roma». Insomma, quello sceso a Napoli è un Berlusconi per niente solare. Anche se in mattinata, affrontando il dossier Lazio, aveva ricevuto notizie incoraggianti. La battaglia è resa più difficile dal fatto che si gareggerà senza simbolo. E non è poco visto che le ultime rivelazioni effettuate dai call centers mostrano che in fasce dell'elettorato predomina l'ignoranza. Quindi chi vorrà votare per il centrodestra dovrà mettere una croce su "Polverini" anche se Silvio non ha ancora smarrito l'ultima illusione: una riammissione all'ultimo momento via Consiglio di Stato sabato. Quel che ha tirato un po' su gli animi a Palazzo Grazioli, però, sono stati i dati che arrivano dal territorio. L'esclusione delle liste ha dato una significativa botta, ma proprio ieri è giunta la notizia di una drastica inversione del trend. Un'altra riduzione dovrebbe arrivare con la manifestazione di domani. Insomma, all'uscita della curva dell'ultima settimana le due candidate potrebbero essere spalla a spalla. Sia chiaro, la sondaggista di fiducia del Cavaliere, Alessandra Ghisleri, è ferma. Niente rilevazioni fino alla prossima settimana. Ci si affida ad altre società o ad altri strumenti. Ma la fotografia della situazione è quella. L'ultima settima tutta l'attenzione sarà concentrata su Renata, anche perché negli ultimi tempi s'è parlato tanto del partito (e male) e poco di lei: bisognerà associare ancor di più Berlusconi alla Polverini, il Pdl alla Polverini. Basterà? Forse no. Per questo è partita l'affannosa ricerca di un colpo a sorpresa. Quale? Non c'è. Ci sono delle ipotesi del tappeto. Ancora in questi giorni a chi glielo ha chiesto Silvio ha risposto: «Appena parlo Giulio fa così...», mimando le spalle che si gonfiano, le braccia che si allargano ricurve facendo il verso a un falco che sta per piombarsi sulla preda. Berlusconi sa anche che non è il caso di fare nuove promesse. Serve un provvedimento, forse nel consiglio dei ministri il venerdì prima del voto. Quel giorno il premier dovrebbe essere a Bruxelles ma ha già chiesto di fare un rientro anticipato in serata per partecipare alla chiusura della campagna elettorale della Polverini a Roma. In periferia, forse. Di sicuro in un luogo chiuso. Poi inizierà la grande battaglia. Il Pdl, su impulso dei vertici, sta istruendo la squadra dei rappresentanti di lista. Che sarà affiancata da un team di esperti pronta a intervenire nel caso fosse necessario la notte dello spoglio. L'indicazione che arriva dal leader è di coprire tutti i seggi. Non solo, ma di pensare anche a un raddoppio laddove la battaglia si presenta più serrata.

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