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L'inchiesta vera... E quella burla

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Il premier Silvio Berlusconi

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Tutti su Berlusconi ormai sembrano legittimati a sparare a zero, anzi, se volessimo prenderla con un pizzico di ironia, verrebbe quasi da dire ad Annozero. E così, aprire un'inchiesta per concussione, violenza e minaccia a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, per aver violato gli articoli 317 e 338 del Codice civile, diventa semplicissimo. Tanto ci sono le intercettazioni telefoniche. Registrazioni nelle quali il presidente del Consiglio avrebbe fatto pressioni ad esempio sul membro dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, affinché si arrivasse a chiudere il programma di Michele Santoro, Annozero. E alla fine che è successo? Annozero è andato rigorosamente in onda senza che nessuno lo osteggiasse. E se di intercettazioni si parla perché non fare riferimento a quella nella quale il premier, stanco del clima d'odio e delle trasmissioni televisive che lo alimentano rivelava allo stesso Innocenzi, di essere stato oggetto a Roma di un progetto di attentato con un'autobomba. Questa sì che sarebbe stata un'intercettazione con il «botto». E invece? Nulla anche in questo caso. E per dirla tutta perché non sottolineare anche che il testo di questa intercettazione non sarebbe mai uscito se il pubblico ministero non fosse stato costretto ad allargare un'intercettazione del novembre scorso. E le altre inchieste? Si potrebbe parlare di quella che vede come protagonista delle intercettazioni assieme a Berlusconi anche il Generale di Corpo d'Armata Leonardo Gallitelli. La vicenda riporta che Berlusconi avrebbe infatti suggerito al Generale, dopo una puntata di Annozero in cui si erano pronunciate delle frasi contro l'Arma, di fare un esposto. E cosa avvenne? Nulla anche in questo caso. Gallitelli, non presentò alcuna denuncia. Ma non solo Berlusconi è vittima del ossessione di alcuni pm di intercettarlo. A farne le spese ci sono anche le persone che parlano con lui, come ad esempio il direttore del Tg1, Augusto Minzolini. Il giornalista infatti, sempre dopo aver ascoltato intercettazioni che lo vedevano come uno dei due interlocutori, è stato accusato di non aver osservato il divieto imposto dal pubblico ministero, Michele Ruggiero, di non rivelare a terzi il contenuto dell'interrogatorio a cui fu sottoposto a Trani il 17 dicembre 2009 nell'ambito delle indagini sulle carte di credito American Express. Su questo aspetto indagherà la procura di Trani ma ciò che è successo non può che aprire una questione: Minzolini è indagato per avere rivelato un segreto, e se a rivelare le intercettazioni telefoniche alla stampa sono altri, cosa succede? Una domanda retorica ovviamente dato che la risposta è nei fatti di questi giorni. Infatti appena il Guardasigilli aveva deciso di spedire a Trani degli ispettori che indagassero sulle «talpe» che avevano fatto trapelare i testi delle telefonate, il Csm ha immediatamente gridato allo scandalo. E proprio da Trani arrivano i primi risultati della missione degli "007" di via Arenula. Infatti, gli ispettori inviati dal Guardasigilli Angelino Alfano sono tornati ieri nella Capitale pronti a fare il punto della situazione che il procuratore capo di Trani, Carlo Maria Capristo, e il pm, Michele Ruggiero, hanno definito di "correttezza". Intanto ieri il consiglio dell'Authority ha stabilito all'unanimità di aprire un'istruttoria interna per il contenuto delle intercettazioni pubblicate dai giornali che coinvolgerebbero il commissario Innocenzi nell'ambito dell'inchiesta Rai-Agcom. Ecco così che si muovono i primi passi legati all'inchiesta sulle presunte pressioni di Silvio Berlusconi contro Annozero, non resta che aspettare le prossime intercettazioni.

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