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Elezioni, Sgarbi: "Rinvio o è fascismo"

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Vittorio Sgarbi

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{{IMG_SX}}"Il Tar ha messo 20 giorni per contare 2.170 certificati, pretendo che quei giorni mi vengano restituiti. Altrimenti è fascismo, è regime". Esordisce  così Vittorio Sgarbi leader della Rete liberal Sgarbi, riammessa alla competizione delle regionali per la provincia di Roma, in una conferenza stampa nella quale spiega la sua richiesta di rinvio del voto nel Lazio. Istanza sulla quale, sottolinea Sgarbi, "Berlusconi è d'accordo". "Io voglio la par condicio della campagna elettorale perchè fino a ieri l'altro non potevo nemmeno dire di essere candidato - incalza Sgarbi - Gli altri hanno avuto quattro settimane per spiegare le proprie ragioni e programmi e io ne avrei solo una. Il minimo garantito devono darmelo, se dicono di no è regime. Chiedere di spostare le elezioni a questo punto è un mio diritto - In noi Berlusconi ha visto la zattera della libertà e mi ha detto vai anche se la parte forte del partito non era d'accordo come mi ha detto Verdini". Ora la parola spetta alla giunta regionale del Lazio e al presidente Esterino Montino: "Spero che Esterino si renda conta della  sua situazione. Dovrà confrontarsi con Maroni che, da ministro del governo Berlusconi, immagino sarà d'accordo con Berlusconi che vuole  il rinvio. Io non sono un servo del premier - prosegue Sgarbi - io mi faccio gli affari miei e visto che ho la possibilità di far convergere sulla mia lista i voti della lista Pdl, assente a Roma, io  quei voti me li prendo. E poi il rinvio di due settimane si inserisce comunque dentro una finestra elettorale visto che ci saranno i  ballottaggi sia a Venezia che a Matera".  

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