"Generazione Italia" divide i finiani
Non è nemmeno nata è fa già discutere all'interno del Pdl. «Generazione Italia», la nuova associazione politica lanciata da Italo Bocchino con la benedizione di Gianfranco Fini, è stata accolta con freddezza dagli ex di Forza Italia. Le varie «anime azzurre» fanno quadrato attorno al loro leader. Berlusconiani doc, l'ala cattolica-moderata, e i cosiddetti tremontiani non hanno dubbi: «Questa iniziativa può essere utile se arricchisce il Pdl, ora è fuori luogo parlarne, ne discuteremo dopo le elezioni». Fabrizio Cicchitto dice no alle correnti e mette in guardia: all'interno del Pdl c'è una voglia «irrazionale di marcare le distinzioni» che non tiene conto della necessità di dare risposte serie e collettive». Gaetano Quagliariello, presidente vicario dei senatori Pdl, lo dice a chiare lettere: «Credo che bisogna approfondire il significato di questa iniziativa. Ora, però, è il momento di concentrarsi sulla campagna elettorale. Trovo intempestivo aprire questa discussione». Giorgio Jannone, tra i deputati più vicini a Giulio Tremonti invita a lasciare da parte ogni divisione: «Sicuramente questo è il momento peggiore e meno indicato per creare dei motivi di divisione all'interno del Pdl». Dentro la formazione degli ex An si affretta a chiarire Italo Bocchino, che di «Generazione Italia» è il promotore numero uno: «Siamo per l'armonia tra Fini e Berlusconi, per la costruzione e il rafforzamento del Popolo della libertà». Parole che certo non dispiacciono a Fini. Ma il dibattito andrebbe rinviato a dopo le elezioni. La pensano così gli ex colonnelli di An, da Ignazio La Russa ad Altero Matteoli e Maurizio Gasparri, che preferiscono evitare commenti: «Ora bisogna pensare al voto». «Sto facendo la campagna elettorale - afferma il capogruppo del Pdl al Senato - Il dibattito politico è importante, ma è tema di altri momenti. Ora pensiamo al voto». Più loquace il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti. «Tutto ciò che serve al dibattito interno va bene, basti che non si pensi, però, di fare qualcosa che voglia sostituire il Pdl». Tace Gianni Alemanno. Per Donato La Morte «è una cosa che non va contro il Pdl ma vorrei saperne qualcosa di più». Frena sull'iniziativa, dividendo il fronte dei finiani guidati da Bocchino, Fabio Granata: «Credo che spesso si corra troppo con le parole. Adesso il premier è Berlusconi e tale rimarrà fino alla fine di questa legislatura, ci rimane ancora molto da fare prima che si possa chiudere quest'esperienza».