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Alfano: il Csm viola la Costituzione

Angelino Alfano

Mancino replica: ispezione legittima

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A Trani ieri i protagonisti erano due. Da una parte Michele Santoro interrogato dai magistrati titolari dell'inchiesta sulle presunte pressioni di Silvio Berlusconi per bloccare Annozero, dall'altra il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Non sceso materialmente dalla Capitale alla città pugliese ma «presente» con gli ispettori da lui inviati che nel pomeriggio hanno incontrato i magistrati. Una giornata al calor bianco, un crescendo di tensione. Fino a rendere asperrimo lo scontro tra Alfano e il Consiglio Superiore della Magistratura a causa appunto dell'ispezione alla procura che ha messo sotto inchiesta il premier. Il Comitato di presidenza del Csm ha dato il via libera alla pratica chiesta dalla maggioranza dei consiglieri per verificare se il mandato degli ispettori possa interferire nell'inchiesta della procura pugliese. Durissima la reazione del ministro, che già in mattinata aveva ammonito il Csm («non faccia politica ma risolva i problemi della giustizia») e che parla di un'«ovvia valenza politica» dell'inchiesta di Trani. «L'iniziativa del Csm è quanto di più grave si sia mai visto da parte di questo organismo ed è un comportamento inaccettabile che viola la Costituzione e vulnera il sistema democratico della divisione dei poteri», ha detto Alfano dopo che il vice presidente del Csm aveva avvertito: «L'indagine giudiziaria non può essere compressa dall'ispezione». È pomeriggio inoltrato quando Mancino e i vertici della Cassazione danno l'«ok» alla pratica sull'ispezione di Alfano, rinviando invece la decisione sul caso del consigliere Cosimo Ferri, finito nelle intercettazioni agli atti della procura di Trani, per le sue conversazioni con Giancarlo Innocenzi su «Annozero». E ai giornalisti il vice presidente spiega: «La pratica è stata affidata alla Sesta Commissione perché ribadisca i confini tra l'ispezione e l'indagine giudiziaria, che non può essere compressa dall'ispezione stessa; bisogna rispettare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati requirenti». La risposta di Alfano arriva in serata ed è tagliente: «Anziché aprire una pratica per controllare perché presso un ufficio giudiziario vi sia stata una gravissima violazione del segreto d'indagine, anziché verificare come e perché il Presidente del Consiglio, ministri e parlamentari siano stati intercettati e le telefonate, anziché distrutte, siano state messe a disposizione dei giornalisti, anziché investigare su come sia possibile che la competenza territoriale di questi fatti sia ancora oggi mantenuta a Trani in palese violazione di legge, anziché verificare come sia possibile che un'accusa sortisca contro il Presidente del Consiglio a pochi giorni dalle elezioni, il Csm, travalicando i propri poteri, apre una pratica che, all'evidenza, tende a comprimere l'attività degli ispettori». Un comportamento «a dir poco preoccupante» e che «dimostra la volontà di certa magistratura di voler evitare che si faccia luce sulle patologie di inchieste che hanno chiara valenza politica». Era stato proprio Alfano a spiegare perché ha spedito Arcibaldo Miller e colleghi a confrontarsi con il Capo della procura di Trani, Capristo, e il pm di Trani, Ruggiero: «Devono contribuire all'accertamento di quanto avvenuto relativamente ad alcune patologie che sono sotto gli occhi di tutti, ma non possono e non vogliono interferire con le indagini». E poi, a margine dell'audizione presso la commissione Ecomafie: «L'invio degli ispettori a Trani è un elemento di serenità e garanzia per tutti i cittadini. Quando qualcuno rivela segreti d'ufficio, i magistrati se ne occupano anche con il sostegno di altri magistrati che fanno gli ispettori del ministero».

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