Vendola: "Basta mummie a sinistra"
Sabato in piazza a Roma ha sedotto il popolo del centrosinistra, ieri nel Teatro Kursaal di Bari ha ripreso il dialogo con il «fratello separato» Massimo D'Alema, già acerrimo nemico nelle primarie del gennaio scorso. Nichi Vendola, portavoce nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà nonché candidato del centrosinistra alla guida della Regione Puglia, è sempre più indicato come il nuovo leader dell'opposizione al governo Berlusconi. «Non abbiamo bisogno di una "ri-Unione" – attacca con un gioco di parole – ma di metterci in discussione per costruire una alternativa credibile nel Paese». Una prospettiva che apre nuovi scenari. Onorevole Vendola, quali sono le suggestioni che ha raccolto durante la manifestazione a Piazza del Popolo? «I militanti dei diversi spezzoni dell'opposizione hanno espresso la necessità di ritrovarsi in un nuovo profilo "coalizionale", con una sintesi di culture e socialità che non ha nulla a che vedere con le passate esperienze. La politica non ha cannibalizzato la piazza e la piazza non è stata marginalizzata dalla politica». Una novità nel panorama della sinistra italiana pieno di forti contrapposizioni interne. «Dalle nostre parti si è sempre litigato troppo. Ma andiamo oltre ai luoghi comuni: ci siamo divisi perché non abbiamo mai discusso su nulla. Ora è iniziato un nuovo corso. C'è un cantiere aperto che pone le basi per l'alternativa a Berlusconi». Lei ed Emma Bonino siete stati i più applauditi nella Capitale: entrambi spesso in conflitto con il Pd ma in sintonia con la base dell'alleanza di centrosinistra. «I politologi si devono ricredere. Non vogliamo dare vita a nessun revival della vecchia alleanza guidata da Romano Prodi. Da allora sono cambiate molte cose. L'obiettivo è un percorso nel quale le diversità siano intese come una ricchezza. La Bonino? Ci siamo in passato attaccati, ma reputo la sua orgogliosa storia radicale e il culto delle regole che rappresenta un contributo straordinario al cambiamento». Con D'Alema è tornata l'armonia? «Non eravamo in guerra e non c'è una nuova pace. C'erano divergenze poi superate: è il tempo della solidarietà assoluta per far vincere il centrosinistra». In tanti, compreso il leader Maximo, auspicano un suo futuro approdo nel Pd. «E a me piace replicare con una battuta che i democratici potrebbero confluire in Sinistra e Libertà...». L'arcipelago dell'opposizione è però in movimento. «Il problema non è il leader, ma essere considerati credibili dagli elettori grazie ad una proposta che superi le vocazioni al minoritarismo. Per incamminarsi su questa strada il centrosinistra non ha bisogno di mummie ma di corpi viventi. E soprattutto di dirigenti che abbiano voglia di mettersi in gioco». Come si vedrebbe nei panni del candidato premier contro la destra alle politiche del 2013? «Spero che fra tre anni non ci sia più Berlusconi al governo. Ed il compito che affido a me stesso è quello di contribuire alla nascita di una nuova classe dirigente. Mi sono iscritto alla Fgci nel 1972, sono completamente segnato dalla storia e dalla cultura di un'altra epoca. Guardo con speranza ai giovani che sono appassionati: l'obiettivo è lanciare una nuova classe dirigente per la sinistra del nuovo millennio».