Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Se non vi piace "Annozero" rischiate 12 anni di galera

Il premier Silvio Berlusconi

  • a
  • a
  • a

Inchiesta Rai-Agcom, indagato il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. Il nome del capo del governo è stato iscritto sul registro degli indagati dai magistrati della procura di Trani, dove è stato aperto un fascicolo d'inchiesta sulle presunte pressioni fatte dal premier per fermare la trasmissione di Michele Santoro «Annozero». Il nome di Berlusconi appare dunque nel procedimento penale avviato per chiarire se il premier, come sostengono gli inquirenti, in numerose intercettazioni telefoniche abbia chiesto di far «sparire» dal piccolo schermo il programma televisivo del giornalista Rai. Le accuse nei suoi confronti sono quelle di concussione e minacce. In poche ore, quindi, la magistratura pugliese ha risposto all'istanza presentata ieri mattina dai difensori del premier, gli avvocati Filiberto Palumbo e Niccolò Ghedini, che avevano chiesto se il loro cliente fosse indagato. Nell'inchiesta sono coinvolti anche il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, accusato di rivelazioni di segreti inerenti a un procedimento penale poiché, secondo i pm di Trani, ha comunicato a terzi il contenuto del suo interrogatorio, avvenuto il 17 dicembre 2009, che era stato però secretato dalla procura. Nei guai anche il commissario per le Comunicazioni Giancarlo Innocenzi, accusato di favoreggiamento perché, sostengono i pm, durante il suo interrogatorio come persona informata sui fatti effettuato dalla polizia giudiziaria, ha dichiarato il falso, cioè negando di aver ricevuto pressioni da Berlusconi per chiudere «Annozero». Nelle prossime ore, comunque, i difensori del presidente del Consiglio probabilmente chiederanno il trasferimento degli atti dell'inchiesta alla procura di Roma, poiché, secondo i legali, «è la Capitale la sede naturale del procedimento». Sempre ieri, inoltre, il direttore del Tg1 ha respinto con fermezza l'accusa di sudditanza nei confronti del premier, sostenendo che «non c'è assolutamente un filo diretto, dal mio insediamento l'avrò sentito 5 o 6 volte e contro di me c'è un atteggiamento pretestuoso». Nelle carte dell'inchiesta ci sarebbero inoltre le intercettazioni «incriminate», nelle quali Berlusconi si lamenterebbe con Innocenzi del trattamento che gli riserva la trasmissione di Rai Due «Annozero». «Basta, finiamola con questo scandalo, la trasmissione è una cosa oscena, non si può proprio vedere Di Pietro che fa quella faccia in televisione», sarebbe scritto nelle carte in mano agli inquirenti. L'attività della procura di Trani, se non dovesse essere trasferito il fascicolo processuale, è soltanto all'inizio. Oggi, ad esempio, si presenterà negli uffici giudiziari Michele Santoro, che sarà ascoltato come persona informata sui fatti. Il giornalista dovrà riferire sulle presunte pressioni che avrebbe subito da parte di Silvio Berlusconi e consegnerà ai pm una serie di lettere aziendali e, probabilmente, annuncerà che intende costituirsi parte civile. Non solo. Nel palazzo di giustizia pugliese ci sarà una sfilata di giornalisti che saranno ascoltati come testimoni: tra questi, anche Serena Dandini e Giovanni Floris. «Mi sembra azzardato parlare di concussione», ha dichiarato l'avvocato di Berlusconi, Filiberto Palumbo. Quanto alla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Berlusconi, Palumbo dice di non saperne nulla, «proprio perché non ho ricevuto alcuna risposta all'istanza presentata. Noi aspettiamo». Silvio Berlusconi, comunque, risulta iscritto sul registro degli indagati della procura di Trani, che gli ha contestato i reati 317 del codice penale, ovvero concussione: la pena prevede da 4 a 12 anni di carcere. L'altro reato è invece l'articolo 338 del codice penale, che prevede: «Chiunque usa violenza o minaccia a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o a una rappresentanza di esso, o a una qualsiasi pubblica Autorità costituita in collegio, per impedirne in tutto o in parte, anche temporaneamente o per turbarne comunque l'attività, è punito con la reclusione da uno a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto per influire sulle deliberazioni collegiali di imprese che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessità, qualora tali deliberazioni abbiano per oggetto l'organizzazione o l'esecuzione dei servizi». Il procuratore capo di Trani Carlo Maria Capristo, ha infine deciso di affiancare al publbico ministero titolare delle indagini, il magistrato Michele Ruggiero, da altri tre sostituti procuratori, Fabio Buquicchio, Ettore Cardinali e Marco D'Agostino.

Dai blog