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La Chiesa esce allo scoperto: voto a chi difende vita e famiglia

Piazza San Pietro

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La Chiesa esce allo scoperto e apre la sua campagna elettorale. E lo fa schierandosi in maniera netta. Il Vicariato di Roma, infatti, anticipa il contenuto dell'articolo di apertura del settimanale diocesano in edicola oggi con Avvenire, dal titolo «Parole chiare». «In questi giorni di campagna elettorale, segnata da un clima tutt'altro che sereno - si legge -, qualche organo di stampa e privati cittadini si sono domandati perché "la Chiesa ufficiale nel Lazio non parla", trattandosi di una competizione "anomala" rispetto al confronto tra i tradizionali schieramenti. La risposta più semplice è che forse non ce n'è bisogno, tanto sono chiare le posizioni. Ma un paio di considerazioni mette conto farle, a prescindere dal problema delle liste».   «Anzitutto il rispetto che si deve ai cittadini, che non sono dei fanciulli spensierati, a cui si devono dispensare buoni consigli e ricordare di continuo i valori in gioco - si legge nell'editoriale -. I pastori della Chiesa, che nell'esercizio del loro ministero incontrano la gente ogni giorno, e la comunità ecclesiale restano convinti che le parole che si ascoltano volentieri sono quelle confermate dalla testimonianza della vita e dall'impegno concreto e coerente. Secondo. La società a cui aspiriamo che, nel rispetto delle regole democratiche e di chi non la pensa come noi, è impegnativo costruire e per la quale ci battiamo, ha un "chiodo fisso" a cui appendere tutto, che è la dignità della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e il suo sviluppo integrale, che - come insegna il Papa - "riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione". Dunque l'uomo considerato non solo nel suo essere terreno, ma nella prospettiva eterna, senza la quale "il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro", perché "chiuso dentro la storia, esso è esposto al rischio di ridursi al solo incremento dell'aver" (Caritas in veritate, 11). Il progetto politico che sosteniamo considera diritti "irrinunciabili", quanto al riconoscimento che all'esercizio effettivo, la libertà religiosa, la difesa della sacralità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, le libertà fondamentali della persona, la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, aperta alla maternità e paternità responsabile, la libertà educativa e di istruzione, il lavoro retribuito secondo giustizia, la cura della salute, l'apertura agli immigrati in un sistema di leggi che coniughi insieme accoglienza, legalità e sicurezza, la casa, la salvaguardia del creato. In una parola, il bene comune che è tale solo se assicura l'insieme delle condizioni di vita sociale grazie alle quali i cittadini possono conseguire il loro perfezionamento. Questi diritti e valori umani e civili, i cittadini cristiani - per i quali la fede non è un sentimento elastico che si modella a piacimento e ad ogni circostanza ma la ragione di senso e il fine della vita - intendono sostenere anche con il proprio voto. Non è possibile dunque equiparare qualunquisticamente tutti i progetti politici, perché non tutti incarnano i valori in cui crediamo. Né si possono concedere deleghe di rappresentanza politica a chi persegue altro progetto politico, che ci è estraneo e che non condividiamo. E deploriamo ogni forma di propaganda elettorale, spacciata come sostenitrice della visione cattolica, ma che tale non è». Sembra una sostanziale sconfessione della Bonino. Il Pdl esulta. Barbara Saltamartini: «Le importanti indicazioni della Diocesi di Roma ci rafforzano nella nostra battaglia a difesa di temi fondanti, come la vita e la famiglia, da sempre prioritari per il centrodestra». Condivide il vicesindaco Cutrufo. Da sinistra silenzio.

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