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Sinistra in piazza, Di Pietro: piduista via Bersani: liste o non liste vinceremo noi

Antonio Di Pietro alla manifestazione di piazza del Popolo

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C'è il rossoverde del Pd che si mischia col biacazzurro dell'Idv. Il rosso della Cgil riprende l'oro delle falci e dei martelli; sprazzi di viola, l'arcobaleno, il nero su bianco "Non si uccide la democrazia", "Non uccidete l'informazione". Insomma, ci sono tutti i colori che una volta rappresentavano la totalità del centrosinistra e che oggi si sono ritrovati a piazza del Popolo, a Roma, per una manifestazione dalla piattaforma multitema, che parte dal lavoro e arriva ai pensionati. Collante, però, l'opposizione al governo Berlusconi; obiettivo, conquistare una Regione in più del centrodestra, quel sette a sei che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha definito "un buon risultato". Per raggiungerlo, sul palco si alterneranno tutti i leader dell'opposizione. Non mancano, però, gli slogan "scomodi" nei confronti di Giorgio Napolitano. Molti giovani indossano la maglietta con la scritta "Pertini non avrebbe mai firmato" e non manca l'ironia di chi ha scritto sullo striscione "Nano e Napolitano datevi la mano". Diverse le macchie viola dei seguaci del Popolo viola, molti dei quali indossano una maglietta con la protagonista del celebre fumetto Mafalda che urla "Basta!". Tra gli slogan più curiosi, quello che ha preso in prestito un famoso quadro di Caravaggio, "I bari", sul quale è stata sovrapposta la faccia di Berlusconi con sotto lo slogan "Non si gioca con i bari". Gli organizzatori della manifestazione dichiarano che in piazza sono presenti 200mila persone (secondo la questura non più di 25mila). EMMA BONINO - «La forza di questa campagna non è il possesso della Rai, di Mediaset, ecc ecc. La forza è di ogni singolo, ogni cittadino che decide che non è il momento dello sconforto ma della risposta democratica». Dal palco di Piazza del Popolo Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio, non rinuncia a polemizzare sulla par condicio e a ricordare le battaglie dei Radicali. «I miei compagni - afferma la Bonino alludendo all'esclusione dei Radicali in alcune regioni per la raccolta delle firme - oggi non sono qui perchè per noi è purtroppo stato impossibile correggere le illegalità più gravi. Ma io sono in piazza e sono grata di essere la candidata di tutti voi». "Non è il momento dello sconforto ma della riscossa democratica e civile". continua la candidata del centrosinistra alla presidenza della regione Lazio. "Penso che potremo vincere, qui e in altre regioni - ha proseguito Bonino - ma per riuscirsi ognuno di voi deve essere militante e sentire che io sono vicina a voi e non il contrario". Citando Gandhi, la Bonino ricorda ai manifestanti "siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo". "Dobbiamo avere e abbiamo l'abitudine di essere speranza, di costruire il futuro e di non fare polemica sterile" continua la candidata. "Vogliamo e dobbiamo essere l'alternativa al vecchio, a questo regime da basso impero, prepotente perchè si sente moribondo. Noi - conclude - vogliamo portare speranza per l'inizio di una nuova storia, altra e alta".  DI PIETRO - Il leader dell'Idv non ha perso l'occasione anche oggi per strizzare l'occhio al popolo viola. Di Pietro si è presentato sul palco di piazza del Popolo, per l'intervento alla manifestazione contro il decreto salva-liste, in completo scuro su cui spiccava una sciarpa color ametista. «Siamo qui per parlare del governo nei fascista di Berlusconi. Sono di questo, solo di questo. Non di altro, Altrimenti corriamo il rischio che ci strumentalizzano. - dichiara parlando dal palco - Da oggi lavoreremo solo per liberare il Paese da Berlusconi». Di Pietro conferma poi le critiche al direttore del Tg1, Augusto Minzolini, e dice: "I primi a ribellarvi dovreste essere voi giornalisti. Se uno svende il suo ruolo al governante di turno e rinuncia a svolgere la sua funzione, credo che dovrebbe vergognarsi di occupare il posto che occupa. Oggi siamo qui - conclude il leader dell'Idv - per contrastare la deriva fascista di questo paese. Solo su questo dobbiamo impegnarci tutti insieme da oggi in poi. Noi di Italia dei Valori non affonteremo altri argomenti che liberare il paese dal piduista Berlusconi. Siamo pronti a fare la nostra parte al fianco degli altri partiti della coalizione. Se abbiamo delle mele marce, mettiamole fuori noi: così dobbiamo fare per le regionali, e così faremo per le prossime elezioni". Dal leader di Italia dei Valori nessun attacco al capo dello Stato. PIER LUIGI BERSANI - Il leader del Pd dal palco di piazza del Popolo dichiara: «L'agenda del governo è in mano a Berlusconi che la occupa con leggi per sè e i suoi. Berlusconi è un capopopolo, caporedattore del Tg, fa il capolista. Fa tutto fuorchè il suo mestiere. Fa tutto fuorchè quello che interessa ai cittadini: fa vedere cieli blu. Ma sono solo bolle di sapone».  Per Bersani «se Berlusconi è forte come Carnera prenda una carriola e levi le macerie da L'Aquila. - e riguardo le elezioni Regionali aggiunge - Noi le elezioni le vinciamo, lista o non lista. Il problema per cui siamo qui è il rispetto delle regole. Se Berlusconi vuole avere liste in regola la prossima volta se le faccia fare dalla Protezione Civile». PIER FERDINANDO CASINI - Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini considera "un errore politico gravissimo" la manifestazione di oggi del centrosinistra contro il governo. "Una piazza che recupera l'Ulivo - ha detto dopo aver concluso il suo intervento al Forum di Confcommercio - e in cui si esibiscono cartelli e oltraggi al capo dello Stato è un errore politico e un aiuto insperato a Berlusconi in un momento in cui deve dare delle risposte sulle cose che non ha fatto". SILVIO BERLUSCONI: Oggi per il premier è scesa in piazza «un aggregato stravagante, un'ammucchiata: il solito Di Pietro, Bersani, l'estrema sinistra e il popolo viola tutti ammanettati dal nuovo leader della sinistra che è Di Pietro». Per Berlusconi «è grottesco che quest'ammucchiata» scenda in piazza. «Manifestano - ha concluso il Cavaliere - per la perdita della libertà, di voto e di parlare al telefono, che hanno levato a noi».

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