È Pannella l'avversario di Emma
Ecco, l'ha rifatto. L'ha fatto di nuovo. Non ce la fa a resistere. Marco Pannella non resiste. Non appena vede che Emma Bonino ha una minima possibilità di vincere nel Lazio, lui prende la parola, irrompe ai microfoni di Radio Radicale e la prende a schiaffi. Via etere, ovviamente. Di persona non si sognerebbe mai di farlo. È accaduto ancora appena ieri mattina. Pannella legge un sondaggio del Sole 24 Ore che dà in vantaggio la candidata del centrosinistra di cinque punti su Renata Polverini, due se fosse riammessa la lista del Pdl. E allora eccolo spalancare i microfoni dell'emittente di partito e picconare Emma, l'alleanza con il centrosinistra, accusare la piazza: «Basta con la subalternità della sinistra e della sua politica con il regime - attacca il leader storico dei radicali -. Coloro che sono contro le quattro settimane stabilite e richieste dal Parlamento di campagna elettorale "normizzata" sono per l'ennesima violazione della democrazia di tutti i parametri della democrazia internazionalmente riconosciuti». E ancora: «C'è una riedizione dell'unità frontista. La segreteria Bersani sta ridando, anche se per un errore grave, vigore organizzativo al Pd. Si sta compiendo un errore che potrebbe anche essere di carattere tragicomico. Da una parte Bersani dice deponiamo le armi giuridiche e giudiziarie e facciamo finalmente uno scontro serio sui contenuti. Non scherziamo. Lo scontro tutt'al più si farà, senza rinvio, per 8-10 giorni». Poi, più esplicitamente ma sempre farfugliando, Marco se la prende con al scelta di andare in piazza: «Sabato ci sarà questa grande manifestazione ho letto un elenco da fare invidia ai grandi momenti di grande potere frontista del Pci. Tutto e tutti aderiscono a questa posizione al rifiuto del rinvio, cioè al rifiuto della imposizione del rispetto di una delibera parlamentare (Beltrandi-Zavoli). Leggo, mi si dice, che Sel, Verdi, Socialisti (nenciniani, ma socialisti), un po' tutta quanta la nomenclatura di centrosinistra, si riunisce sabato per porre al centro la posizione del Pd di convergenza, tattica certo, che però pregiudica qualsiasi altro tipo di strategia». Dunque, tutta la coalizione che sostiene la Bonino nel Lazio scende a protestare. E lui che fa? Scarica Emma: «Noi siamo felici e tranquilli per quel che ci riguarda perché ci sarà, come potrebbe non esserci, Emma Bonino a prendere la parola. Noi non ci saremo, contro una scelta che noi democratici e radicali troviamo cieca. Una scelta condizionata da decenni di sinistra subalterna e interna al regime». Alleluja, Emma scaricata. Se va in piazza, spiega Pannella, lo fa sostanzialmente a titolo personale e solo perché lo deve fare perché, insiste Marco (l'unico vero grande avversario della portabandiera del centrosinistra) «noi come Radicali non saremo in quella piazza». Siccome Pannella in fin dei conti non è cattivo ma è sadico ha pretesto di convocare una conferenza stampa per ribadire gli stessi concetti. Così per esser sicuro che tutti intendessero a diciassette giorni dal voto e a un passo dalla vittoria che lui ce l'ha con i suoi alleati, ovvero coloro che dovrebbero sostenere la sua candidata. Tanto che ella in serata, a chi gli chiede se ci andrà a questa benedetta protesta (che è contro il decreto salvaliste), è costretta a un imbarazzato: «Adesso vediamo come si svolgerà, immagino di sì, però non lo so». È solo l'ultima volta. Da quando è iniziata la campagna elettorale Pannella ne ha fatte di tutti i colori. Si inaugura il comitato elettorale della Bonino, e che trasmette Radio Radicale? Un bel dibattitone su mafia e politica. Emma va a un dibattito con le donne, tocca a lei prendere la parola ma nella diretta dell'emittente storica di Torre Argentina fa irruzione Marco, per dire cosa? Per discettare sull'arresto del presidente della provincia di Vercelli. Finita qui? Manco per sogno. Subito dopo è iniziato il tormentone. Mi ritiro o non mi ritiro. Ora: andare in piazza? Sì, no, forse solo lei ma a titolo personale. Finita qui? Chi lo conosce bene giura che siamo all'inizio e il bello deve ancora venire.