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E «Minzo» tira fuori gli artigli "Questi vogliono solo intimidirmi"

Augusto Minzolini

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«Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Questo è solo un tentativo di intimidirmi». La reazione del direttore del Tg1 Augusto Minzolini è questa. Sorpreso, sì. Anche arrabbiato. Lo strumento di attacco è sempre lo stesso, le intercettazioni, quello che il direttore del più importante tg nazionale ha più volte criticato. Ora, dopo Guido Bertolaso, il bersaglio è lui. Il direttore si difende, sottolinea la normalità, in quanto giornalista di una testata importante, dei suoi contatti telefonici con i leader politici (Berlusconi «mi avrà telefonato due o tre volte, non di più, e comunque quanto Casini e gli altri...») e rivendica di «essere la persona più cristallina del mondo, quello che penso lo dico in tv». Quando arriva a Saxa Rubra, per la rituale riunione del mattino, in redazione non si parla d'altro. «Non è cambiato nulla, abbiamo lavorato come al solito», raccontano i cronisti del Tg1. Minzolini è sommerso dalle telefonate di solidarietà, della politica e non. Comprese quelle di qualche collega che chiama l'amico "Minzo" per avere ulteriori dettagli sulla vicenda di Trani. Ma lui non si scompone. Risponde a tutti, ribadendo la sua posizione. Conferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia e soprattutto si chiede «qual è il reato?». Già, di che cosa sarebbero accusati Berlusconi, Minzolini e Innocenzi? Di non avere stima di Annozero e di Santoro, e di ritenere quindi opportuna l'apertura di un procedimento dell'Agcom nei suoi confronti? Di non aver giudicato attendibili le dichiarazioni di Spatuzza e Ciancimino, come d'altra parte anche la corte nel processo a Marcello Dell'Utri? Può essere questa la prova di una subalternità di Minzolini a Berlusconi? Ed esiste un reato di «subalternità», tale che una procura possa disporre delle conversazioni private tra il premier e un giornalista, o un commissario dell'Agcom? «E perché, allora, non estendere le medesime indagini sulle relazioni e i contatti tra altri leader politici o premier e altri direttori di testate importanti o commissari Agcom?», ci si chiede nella redazione del Tg1. Per tutto il giorno l'ex giornalista della Stampa respinge con forza le accuse: «È una cosa insulsa. Allora ho fatto bene a fare l'editoriale sulle intercettazioni». E aggiunge ancora: «Io non so di cosa si parli, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, non mi risulta di essere indagato, ho solo letto delle cose sul "Raglio del Travaglio". Io parlo con tutti, Berlusconi, Casini, chiunque. Faccio il giornalista. Su Spatuzza ho detto quello che penso, che poi si è rivelato vero, perché Spatuzza non è considerato credibile. La cosa più semplice è che uno ascolta o legge quello che penso, perché ho detto esattamente come la penso. Non vedo nessun reato». Sulla vicenda della truffa su carte di credito, quella da cui è partita l'inchiesta, tra l'altro il tg1 ha fatto un ampio servizio proprio il 1 ottobre. «Se Minzolini avesse qualcosa da nascondere, forse non avrebbe dato così spazio a quel servizio, giusto?», spiegano dalla redazione di Saxa Rubra. Minzolini ne ha anche per Santoro e il suo programma Annozero. «Chiudere Santoro? Ma di che parliamo? Sono idiozie. Io non c'entro nulla, perché fare delle pressioni a me? Io da "Anno zero" vengo solo attaccato ogni tanto, perché mi dovrebbe premere?».

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