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Affidiamoci alla saggezza della Chiesa

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LaChiesa, d'altra parte, è di per sé e da sempre, notizia. Per la precisione: la «buona notizia». Ma capita anche che il male si infili tra le tonache e allora si va giù pesanti contro la Chiesa in quanto tale. Gli ultimi fattacci verificatisi in Germania, scoperti molti anni dopo, hanno addirittura messo di mezzo - erroneamente - il fratello di Papa Ratzinger. È un po' troppo, francamente. Un gioco al massacro che rischia di perdere di vista la realtà. Ma, insomma, accendiamo le lampadine del cervello, in fondo basta la ragione, non c'è bisogno della grazia. Abbiamo una politica che fa acqua da tutte le parti. È diventata praticamente più un peso che una risorsa. La corruzione dilaga e, nello Stato, è diventata un pezzo della stessa struttura pubblica. La famiglia è ridotta a pezzi o, nella migliore delle ipotesi, ad un albergo a ore. Nella scuola si fatica a mettere ordine non solo nelle teste dei giovani studenti, ma spesso in quelle dei meno giovani docenti. Per non parlare poi dei testi che si studiano, dei risultati e della condotta. La paroletta sputtanata e, invece, portentosa, «autorità», è oggetto di ludibrio da parte di tutti, mass-media in primis. Siamo una società alla canna del gas. Giuseppe De Rita ha lucidamente analizzato le fasi storiche di questa progressiva disgregazione. Ormai tutti – sottolinea il sociologo – si sentono liberi, è il mondo angosciante della «libertà obbligatoria», cantato con la consueta ironia da Gaber. Solo che questo stato di cose spacca tutto e riduce di un bel po' l'accesso alla formazione dei migliori, per sottacere la condizione sociale dei peggiori e meno quotati. La modernità come ideologia palingenetica ha fallito. C'è poco da fare. Nel mondo, sono in molti a pensare che si debba costruire un altro progetto di vita associata. Questa è la realtà. Allora, stando così le cose, a chi possiamo ancora affidarci? Quale realtà possiamo ancora guardare? Una soltanto: la Chiesa. Nella Chiesa c'è la fede, la cultura cristiana, cioè la cristianità e anche la romanità, e ci siamo noi, poveri diavoli, con i nostri pregi e difetti. Nella Chiesa troviamo ancora una parola di conforto quando siamo abbattuti e non di rado anche un briciolo di quella saggezza plurimillenaria, che ci sottrae dalla routine dell'agenzia di stampa e della cattiva notizia. Nella Chiesa c'è Dio. Il Dio che si è fatto carne e abbraccia le nostre miserie. Una ad una. Senza giudicare, come fanno gli uomini, anche quelli che si dichiarano amici leali. La Chiesa, sì. Ancora una volta, la nostra Chiesa. Un filosofo come Jacques Maritain sapeva distinguere tra la Chiesa come Corpo Mistico e il suo «personale». La prima è priva di peccato, «casta meretrix» secondo i Padri. Il secondo elemento – il personale umano che in essa circola e predica – bè, questo è come tutti noi, fango da salvare. Parola di Sant'Agostino, che di fango e salvezza se ne intendeva abbastanza.

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