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«Quella mattina notai qualcosa di strano»

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L'ultimocaffè. Pietrino Vanacore, l'altro giorno, dopo aver comprato le sigarette in una tabaccheria della piccola frazione di Monacizzo, si è fermato al bar Onda Blu fra la marina di Lizzano e quella di Torricella. Ha incontrato un amico col quale ogni mattina era solito scambiare quattro chiacchiere. Danilo Fistetto, un imprenditore milanese proprietario di un residence, figlio di un oriundo della provincia di Taranto. È lui l'ultima persona che lo ha visto prima della tragedia. «Conoscevo Pietrino da diversi anni perché è di Sava come mio padre e lì ha vissuto per un periodo prima di trasferirsi a Roma. Sapevo quale dramma lo tormentava. Non riusciva a trovare pace. Si sentiva ingabbiato da quei sospetti ma, durante le nostre conversazioni, soltanto raramente faceva riferimento a quella vicenda. Voleva dimenticarla ma non riusciva. Le nuove indagini e l'interesse dei media lo tormentavano». Martedì mattina, Pietrino Vanacore non ha lasciato trapelare nessun segnale ma qualcosa nel suo comportamento è sembrato strano a Fistetto: «Erano le 10.30 - ricorda l'imprenditore - e ho notato che era taciturno. Non era una persona molto loquace ma quando l'ho incontrato mi sono accorto che non aveva molta voglia di parlare. Invece, appena un paio d'ore più tardi ho appreso la triste notizia e con un amico ci siamo precipitati sul luogo della tragedia. Ci siamo ritrovati di fronte ad una scena che purtroppo non dimenticherò mai come non dimenticherò mai quell'ultimo caffè con Pietrino».

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