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Legittimo impedimento, il governo chiede la fiducia

''Etiamsi omnes, ego non'' per dire: ''se anche tutti, io no''. E' la scritta che appare sulla maglietta bianca indossata da alcune senatrici del Pd ed esibita per protesta nell'Aula di Palazzo Madama

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Alla fine il governo ha deciso di porre la fiducia sul disegno di legge sul "legittimo impedimento". Una decisione maturata nel pomeriggio di ieri e sicuramente frutto di quel clima politico arroventato portato all'esasperazione dall'opposizione che, sul testo, ha presentato 1585 emendamenti con l'obiettivo di rallentarne l'iter parlamentare. E allora ecco che l'esecutivo ricorre alla fiducia e Renato Schifani, presidente del Senato, la calendarizza per oggi stabilendo il voto, sul primo articolo del disegno di legge, alle 17, sul secondo, alle 18, e quello finale alle 19. Una decisione che ha innescato lo scontro politico tra maggioranza e opposizione. La più agguerrita è stata la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro: «Non c'è limite al disprezzo delle regole e della Costituzione. Questo provvedimento, nasce da iniziative parlamentari ma il governo lo fa assurgere a elemento costituente del suo programma, ponendo la fiducia. Gli italiani sanno che, in cima ai problemi del Paese, c'è il legittimo impedimento al punto che il presidente del Consiglio chiede la fiducia: è un fatto di straordinaria gravità». Dall'Idv, con il capogruppo al Senato Felice Belisario, parte l'invito al premier a presentarsi in Aula: «Ci metta la faccia visto che votiamo un provvedimento che lo riguarda. Non scappi più dalle Aulee parlamentari. Deve spiegare perché è stata posta la fiducia». E sempre rimanendo tra i banchi dell'opposizione l'Udc, con il presidente Gianpiero D'Alia, ha esteso la richiesta anche al ministro della Giustizia «qualora il presidente del consiglio fosse legittimamente impossibilitato». Tutte provocazioni che non hanno spaventato la maggioranza. Parole dure arrivano dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «A fronte dei quasi 1600 emendamenti presentati dall'opposizione con un chiaro intento ostruzionistico il governo ha deciso di porre la fiducia su un provvedimento importante. Ci sarà un'ampia discussione in Aula perché è giusto tutelare il diritto di critica della minoranza, ma va tutelato anche il diritto della maggioranza di arrivare a una decisione». Più cauta invece la Lega che avendo avuto da Bossi l'ordine di non polemizzare su tematiche come queste, commenta: «La Lega Nord si chiama fuori dalle liti da palazzo. Non ci interessano, le lasciamo volentieri agli altri e ci concentriamo invece a realizzare riforme e programmi che servono al territorio e alla nostra gente», dichiara Federico Bricolo, presidente del Carroccio a Palazzo Madama. Cauti sì, ma, continua Bricolo, «se le opposizioni vogliono bloccare il Parlamento con l'ostruzionismo allora non possiamo stare fermi. Noi siamo qui per lavorare».

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