Lega, nervi tesi con il Pdl: "Siamo stanchi dei giochetti"
Verdi di rabbia, verrebbe da dire vedendo i volti dei leghisti ieri a Montecitorio. Entrando in Aula sapevano che avrebbero dovuto fare i conti con l'ostruzionismo del Pd sul decreto legge «enti locali» voluto dal ministro Roberto Calderoli, ma mai avrebbero pensato che, alla fine, i bastoni fra le ruore sarebbero arrivati proprio dai colleghi del Pdl. Tutto ha avuto inizio alle 11.30. L'ordine del giorno dei lavori dell'assemblea prevedeva prima la trattazione del decreto e poi l'esame del testo sulle cure palliative. L'opposizione, appena preso posto in Aula, aveva domandato di invertire la scaletta e, una volta messa al voto la richiesta, la maggioranza, per soli tre voti, è andata sotto costringendo il presidente Fini a rinviare ad oggi la trattazione del decreto caro al Carroccio. Non l'avessero mai fatto. La rabbia cresceva e l'indice di qualche leghista si alzava contro quei tre pidiellini che si erano astenuti dalla votazione e su quei cinque che, invece, avevano abbandonato l'Aula poco prima di votare. «Un affronto - spiega in Transatlantico un deputato del Nord - se non fosse stato per l'appello di Bossi a stare tranquilli e di non reagire alle provocazioni, ne avreste viste delle belle». E un altro aggiunge: «Quante volte ci siamo tappati naso prima di votare le loro cose, e oggi si permettono questi giochi? Per colpa del Pdl perdiamo consensi, la nostra gente ci dice di sganciarci, noi siamo fedeli e non lo facciamo, ma la pazienza ha un limite». L'idillio insomma sembra ad un bivio. Nessun leghista mette in discussione la fedeltà di Bossi a Berlusconi, ma qui il problema, come spiegano, è un altro: «Nel Pdl si stanno facendo la guerra per quello che è successo sulle liste. Sono messaggi che qualche deputato vuole mandare ai vertici. E allora glielo mandiamo anche noi un messaggio: "La Polverini: nessuno piangerà se non dovesse farcela, anzi, se fallisse metteremo fine ai progetti di Fini e di tutti i suoi"».