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Coincidenze e buchi neri Tre morti violente legate allo stesso luogo

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.Nell'arco di 19 anni, la morte ha reso leggenda il palazzo al civico 2 di via Poma. Dove la vita s'interrompe per mano violenta pare che quella forza imprima nei luoghi il segno della maledizione. Come se il primo evento sanguinario ne attirasse altri per magnetismo infernale. E a via Poma 2 la sequenza c'è stata. Dopo l'omicidio di Simonetta Cesaroni, il suicidio dell'avvocato penalista Massimo Buffoni, e ora quello del portiere Pietrino Vanacore. Il primo l'8 agosto 1990, il secondo il 14 novembre 2009, il terzo ieri, 9 marzo 2010. Lei 21 anni, lui 50, il terzo 78. La ragazza massacrata con uno stiletto e rinvenuta seminuda sul pavimento insanguinato. Il professionista trovato seduto alla scrivania del suo studio, con la testa crollata sul tavolino, bagnata dl sangue, sfondata da un colpo di pistola, e un biglietto accanto. Il portiere per morire avrebbe scelto un sistema più complesso. Arriva davanti al mare con la sua vecchia Citroen. Beve un liquido blu, disgorgante o un anticrittogamico usato in agricoltura. Sul cruscotto lascia un biglietto: «20 anni perseguitati senza nessuna colpa». Scende, chiude la vettura. Lega ala caviglia un estremo della corda da 15 metri e l'altro a un piccolo pino altro un metro e mezzo. Prende la rincorsa e si tuffa da uno scoglio nello specchio d'aqua in quel punto particolarmente profondo. L'autopsia chiarirà. Chi segue la cronaca nera con attenzione morbosa attendeva da tempo questa coincidenza mortale. Così come la voglia di dire «C'ero anch'io» spinge gente tranquilla e insospettabile a farsi fotografare davanti alla villetta di Cogne, in Val d'Aosta, dove una mamma ha fracassato la testa al figlio di 4 anni, così ce n'è altra che aspetta il fattaccio dopo l'altro. Oggi nell'appartamento di via Poma 2 c'è uno studio notarile.

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