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Partecipare o non partecipare? L'ultimo tormentone di Emma

Emma Bonino, candidata alla Regione Lazio

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Il tormentone è sempre quello di morettiana memoria: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo affatto?» Emma Bonino usa parole più serie e misurate, ma la sostanza non cambia. L'ultima arma dei Radicali per concentrare su di sé i riflettori della politica italiana e farsi un po' di pubblicità è quella di minacciare l'abbandono della contesa elettorale. E loro la usano senza remore. Dopotutto i tempi sono cambiati. Una volta se Marco Pannella faceva uno sciopero della fame o della sete la gente se ne accorgeva quando il presidente della Repubblica interveniva per pregarlo di non suicidarsi. Adesso no. Se Emma Bonino minaccia di ritirarsi dalle elezioni l'intera coalizione di centrosinistra, Pier Luigi Bersani e Pd in testa, entra in fibrillazione. Stavolta Emma non è la «solita radicale», è la candidata governatore nel Lazio. È partita in evidente svantaggio ma, dopo il pasticcio combinato dal Pdl, comincia a credere nel colpaccio. Può ritirarsi? Probabilmente no. In fondo venti giorni fa avevano detto la stessa cosa, Emma aveva iniziato lo sciopero della fame e poi tutto era finito a tarallucci e vino. Ma quando si parla della ditta radicale vale tutto e il contrario di tutto. In ogni caso, per ora, Bonino resta sul vago. Già sabato, parlando in piazza del Pantheon alle persone riunite per protestare contro il decreto interpretativo varato dal governo, aveva chiarito che non avrebbe proposto «sterili e perdenti Aventini» e che comunque qualsiasi decisione sarebbe stata presa insieme agli altri esponenti del centrosinistra. E ieri non ha cambiato musica. «Io ci sto veramente pensando se valga la pena di giocare con i bari - spiega -. In tutta Italia se si arriva a tali atti di arroganza stiamo attenti. Io dico dell'angoscia vera che mi attanaglia di fondo so bene che mi si dirà è il male minore, che così fan tutti, che è sempre stato, ma io mi chiedo se a volte non sia il momento in cui uno dice: con i bari io non gioco, non lo so!» Secondo la candidata governatore «chi ha avuto il coraggio di fare questo decreto non so cosa possa riservarci. È un atto discriminatorio per tutti i cittadini italiani in Veneto, in Emilia, in Umbria che non avranno la possibilità di votare altre liste, compresa la mia che è stata esclusa per alcuni cavilli. È un decreto che sana gli abusi di alcuni potenti e di alcuni prepotenti è una metafora dello stato comatoso nel quale si svolge la democrazia del nostro Paese. Se un cittadino partecipa a un concorso ma consegna i documenti con due ore di ritardo o un imprenditore partecipa ad un appalto e arriva oltre l'orario stabilità nessuno farà un decreto interpretativo per rimetterli in gioco». In ogni caso ci tiene a spiegare che un eventuale ritiro «non è una decisione che prendo da sola, abbiamo convocato una grande assemblea martedì (domani ndr) però vorrei che tutti i cittadini si ponesse questo problema. Io mi aspetto di tutto, certamente prima delle elezioni mi pare difficile che il decreto venga convertito, resta quindi aperta come arma successiva ed è bene saperlo, le trappole bisogna conoscerle prima. Ho senso di responsabilità e della realtà ma bisogna prevenire e prevedere possibili trappole». Insomma bisognerà aspettare domani per sapere ufficialmente se i cittadini laziali potranno votare o meno Bonino, ma l'impressione è che possano dormire sonni tranquilli. Non accadrà nulla. Nel frattempo, però, dal centrodestra arrivano appelli affinché la candidata del centrosinistra non faccia follie. Su tutti il sindaco Gianni Alemanno: «Mi auguro che questa cosa non avvenga perché sarebbe una nuova lesione di una competizione trasparente. La Bonino è in campo, faccia la sua battaglia, protesti e faccia tutto quello che ritiene nella sua propaganda elettorale; alla fine però facciamo svolgere queste elezioni perché il Lazio ha bisogno di un governo. Abbiamo mesi molto difficili dietro le spalle e oggi bisogna giungere a queste elezioni per avere un governo e credo che gli elettori di Roma e del Lazio abbiano tutto il tempo per formarsi una opinione a prescindere da tutto questo trambusto sulle liste». Quanto poi alla polemica sui «bari» il sindaco replica: «Quando Bonino si è candidata sapeva benissimo che avrebbe avuto di fronte la lista del Pdl. Ora non capisco come possa pretendere che questa lista non ci sia e come questo la turbi così tanto. È una situazione in cui tutti competono con le proprie liste, una situazione di buon senso, logica e naturale. Se poi qualcuno pensava di vincere con l'esclusione della lista Pdl questo è un altro discorso».

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