I giudici resuscitano i Democratici
La guerra non è ancora vinta, ma la prima, forse decisiva battaglia, sì. Il Partito Democratico tira un sospiro di sollievo e guarda fiducioso ai giudici dell'ufficio centrale circoscrizionale che oggi potrebbero rigettare definitivamente la lista del Pdl a Roma e provincia. La decisione del Tar è manna dal cielo per un partito che negli ultimi giorni era riuscito nell'impresa di trasformare una situazione di vantaggio in un problema insormontabile. Colpa del solito Antonio Di Pietro che, con destrezza, a colpi di insulti nei confronti del presidente delle Repubblica Giorgio Napolitano aveva monopolizzato la battaglia contro il decreto salva-liste. Obbligando così Pier Luigi Bersani e i suoi ai soliti equilibrismi. Non solo, ma mentre a via del Nazareno ci si interrogava sull'opportunità di andare o meno in piazza sabato 13 marzo, Emma Bonino e i Radicali ci mettevano del loro lasciando intravedere la possibilità di un ritiro dalla competizione elettorale. Ipotesi che gettava i Democratici nel panico. La decisione del Tar cambia leggermente lo scenario. Anzitutto perché dimostra, come il Pd andava dicendo dal primo momento, che il decreto non era necessario e che sarebbe stato meglio attendere tutti i gradi di giudizio per poi valutare la possibilità di una soluzione politica («Ora - spiega un deputato - se la lista verrà esclusa è impossibile rimediare»). E poi perché spegne i bollenti spiriti degli alleati. A dire il vero già nel pomeriggio di ieri Di Pietro, complice anche il «caldo invito a ragionare» rivoltogli dai Democratici (eufemismo di Massimo D'Alema ndr), aveva abbassato i toni abbandonando la campagna anti-Colle e concentrandosi su Silvio Berlusconi. Una posizione che, dopo la decisione del Tar, diventerà ancora più netta. Non a caso, in attesa dei prossimi pronunciamenti, il Pd conferma la linea dura contro il decreto salva-liste: mobilitazione su tutto il territorio nazionale e ostruzionismo in Parlamento fino alla manifestazione di sabato prossimo a piazza del Popolo. Sullo sfondo resta, però, il nodo Radicali. A questo punto appare assai improbabile che decidano di ritirarsi dalle elezioni. Ma quando si parla di Marco Pannella non esiste certezza. Stamattina, come previsto, il partito si riunirà con i militanti e tutti i soggetti politici dell'area radicale, al teatro di piazza Santa Chiara a Roma. Il programma prevede nove ore di dibattito (dalle 10 alle 19), ma le notizie che arrivano dal tribunale potrebbero accorciare la discussione. «Penso che intanto bisognerà vedere con molta attenzione le motivazioni - commenta Emma Bonino -, poi chi deve decidere decida. Io non ho cambiato opinione. Rifletteremo sull'impatto di questa decisione del Tar sulla campagna elettorale». Insomma, per ora nessuno strappo. Giudici permettendo.