Riciclaggio e "baciamano" dei boss
Inchiesta Fastweb-Telecom, la ’ndrangheta «rispettata» da chi doveva riciclare milioni e milioni di euro in diamanti, ristoranti e gioiellerie. Tra questi, anche Gennaro Mokbel, considerato dalla magistratura di Roma al vertice dell’organizzazione criminale dedita al riciclaggio di ingenti somme di denaro. «Baci di mano» infatti dietro i patti criminali. Si tratta dell’inchiesta che ha fatto finire dietro le sbarre anche il fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia. A far venire alla luce la posizione di «dominanza» della 'ndrangheta nei confronti degli arrestati per la presunta maxi frode da oltre due miliardi di euro, sono state le intercettazioni chieste e ottenute dal Raggruppamento operativo dei carabinieri. Era il 30 maggio del 2007 quando gli investigatori ascoltavano una conversazione tra Mokbel e alcuni suoi amici presenti nel ristorante «Filadelfia», che si trova in via Giano della Bella, a Roma, intestato a Rosario La Torre, ma che secondo gli inquirenti è riconducibile allo stesso arrestato. Nell'intercettazione Mokbel riferisce: «Ma so presa con tutti ...ma so presa ...a Guglielmo davanti al ristorante fattelo dì da ...Rosario ...a fine l'Orango ha fatto "hai parlato pure troppo ...vuoi lavorà con me? bacia la mano" ...quello ha baciato la mano davanti a tutti i calabresi ...mo se dovemo mette tutti a lavorà, perché i tempi che avete vissuto fino ad oggi son finiti ...adesso si lavora con un altro spirito ...nella massima copertura e tenendo al di fuori, seppur come soci ...tutti i celebrolesi». Secondo quanto accertato dal Ros e dalla Guardia di Finanza, la banda riusciva a riciclare il denaro sporco soprattutto attraverso la compravendita di diamanti. Il 6 marzo del 2007, viene infatti intercettata una telefonata tra la moglie di Mokbel, Giorgia Ricci, e il gemmologo Massimo Massoli, che in quel momento di trovava a Porto Ercole, all'Argentario. Durante la conversazione la donna a un certo punto passa il telefono al marito, in base a quanto scritto nei documenti del Ros. Quest'ultimo al suo interlocutore chiede notizie «sulla vendita di un diamante grezzo da 145 carati. L'uomo chiede "quale pietra?", quindi Mokbel dice che si tratta di un diamante grezzo da cui è possibile realizzarne uno da cinquanta carati per un valore di 835.000 dollari e aggiunge: "Capito ...come stiamo messi la ...mo mi sto a organizzà proprio ...mo gli sto a dì a quest'amico comune che bisogna ...che stamo a spigne ...oh ...835 mila dollari so ...porco ...ma ti rendi conto ..metti che ti esce una cinquantina ...eh di carati. Secondo te quanto può venì ...tutta una pietra ...'" L'uomo risponde: Non lo so Ge ...". Mokbel: "Qualche milione ...ma stiamo a parlà di milioni"». Nelle successive conversazioni, gli indagati, secondo quanto scritto nella documentazione depositata nelle mani del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, parlano di regali da fare ad alcuni amici, come ad esempio orologi Rolex Gmt Explorer. Ma non finisce qui. All'attenzione degli inquirenti anche diversi colloqui che Mokbel e la moglie hanno avuto con Francesca Minardi, detta «nocciolina» moglie del pugile Vincenzo Cantatore, chiamato invece dagli arrestati «nocciolino», prima del suo incontro di pugilato in programma al Colosseo. «In data 20 aprile e 11 giugno 2006 - si legge nei documenti investigativi - sono stati bonificati su un conto corrente gli importi di 30 mila e 54 mila euro in favore della società "Sport promotion srl", risultata di proprietà di Francesca Minardi e di Alberto Minardi, padre della donna». L'attività investigativa ha portato ad accertare che altri indagati nella maxi inchiesta sulla frode «colossale» per diversi periodi sono stati in una barca da sedici metri «Basic Logic» in Venezuela, a Panama e alle Antille Olandesi, luoghi dove, secondo la procura, è stato portato illecitamente denaro da riciclare. Non solo. Anche a Lussemburgo, in Svizzera e a Hong Kong, dove avrebbero acquistato anche pietre preziose di contrabbando.