Non fidatevi, dai Radicali ci si può aspettare di tutto
Mentre tutti si preoccupano delle dichiarazioni rusticane di Antonio Di Pietro contro Giorgio Napolitano, qui a Il Tempo siamo invece rimasti colpiti da quel che sta accadendo in "Casa Pannella". Abbiamo scelto una foto per la nostra prima pagina che ci pare un perfetto riassunto delle puntate precedenti e un'anteprima di quel che vedremo sul grande schermo della politica. Pannella abbraccia la Bonino. Ridono. A dire il vero, lui quasi la stritola. E in queste ore non vorrei essere nei panni di Emma. Pare che Marco le dedichi tutta la sua attenzione. Sappiamo che il leader è irrefrenabile. Chi segue Radio Radicale conosce le sue incursioni in diretta e in differita. Una sola persona riesce a contenerlo, si chiama Massimo Bordin, l'eroico direttore della radio. Purtroppo il candidato del centrosinistra nel Lazio non è Bordin, ma proprio lei, Emma, quella dell'abbraccio. Il tam tam di Palazzo dice che sia Pannella a spingere per un "gesto eclatante". Quale? La bomba atomica: il ritiro della sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio. È la stessa Emma Bonino, bontà sua, a informare il volgo della nobile pensata istituzionale, destinata a rasserenare gli animi: "Io ci sto veramente pensando se valga la pena di giocare con i bari". Bella pretesa. Voleva stare al tavolo da gioco da sola lei, senza "bari", perché ovviamente solo i radicali sono dentro il perimetro della legge. Gli altri tutti fuori. Dalla legge e, possibilmente, anche dalle elezioni. "Occorre tener presente il monito di Benedetto Croce: esistono momenti nella storia in cui è necessario che vi sia pur qualcuno per il quale Parigi non valga una messa" è quanto leggiamo sul sito web della Bonino alla vigilia dell'assemblea nazionale dei Radicali che dovrebbe decidere il da farsi nella corsa alle elezioni. Restare o lasciare? Questo è l'amletico-radicale dilemma. Potete capire quanto sia semplice conciliare queste pirotecniche intenzioni con il motto rassicurante della sua campagna elettorale: "Emma Bonino presidente. Ti puoi fidare". Sì, come no. Stava digiunando. Il Pdl finisce fuori pista e lei, sarà un caso, riprende a mangiare e brinda al bar con l'inseparabile Marco. La verità è che per i Radicali quando c'è il caos la situazione diventa maledettamente eccellente. A loro non interessa il governo, la stabilità. Quisquilie. Quando hanno un'alleanza in corso, lavorano per farla saltare. E quando sono soli, cercano un alleato. I Radicali fanno i Radicali in ogni occasione e contesto. Ne ho un vivo ricordo, esemplare. Corre l'anno 1994, squilla il telefono e una voce mi chiede: «Può venire a prendere un caffè a Villa San Martino?». Giro la chiave sul cruscotto e parto, direzione Arcore. Entro nel salotto di casa Berlusconi e ci trovo un altro paio di giornalisti. «Il dottore» non c'è ancora. Attendiamo. Improvvisamente al posto della sagoma del Cavaliere si materializza un omone alto dai capelli bianchi: è Marco Pannella. Al suo seguito c'è Silvio. Si accomodano sul divano. Marco affabula di partito americano, voto maggioritario, rivoluzione liberale. Radicaleggia. Silvio sorride e poi, visto che il leader non-violento ha già razziato per sé tutto lo spazio fisico e metafisico, quasi sbotta: «Qualcuna di queste domande fatela anche a me!» Ecco, quella per me fu la prima volta in cui vidi Pannella in diretta. Un caterpillar incurante di chiunque gli stava a due metri dal naso. Silvio compreso. Viste le premesse, la coabitazione con Forza Italia non fu felice e non durò a lungo. Anche perché Berlusconi per fortuna in quel momento era più radicale dei Radicali. Sedici anni dopo, la premiata ditta Pannella & Bonino è in società con quella del Pd che naviga in piena recessione. Provate a immaginare cosa può frullare nella testa di un Bersani qualsiasi in queste ore. Ha accettato la candidatura della Bonino perché il Lazio era stato terremotato dalla storiaccia di Marrazzo. Ora rischia di perdere il candidato. E se Emma ci lascia? Cosa succede? Che figura facciamo di fronte ai nostri elettori? Altro che la messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica chiesta da Tonino. Cambiate la consonante iniziale e pensate al caos che provocherà la Bonino che getta la spugna. Si stracceranno le vesti per la democrazia in pericolo. Al posto dei dirigenti del Pd non dormirei sonni tranquilli. Emma e Marco insieme sono capaci di tutto, specialmente di lasciare in mutande gli alleati. Abbiate pazienza ancora poche ore, cari amici de Il Tempo. Presto sapremo se fanno sul serio o mostrano solo i gingilli senza sparare. Capiremo in fretta se il partito dello sfascio, del tanto peggio tanto meglio, prenderà il sopravvento.