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E il popolo viola sfrutta le parole della Chiesa

Sit-in del Popolo Viola contro il decreto salva-elezioni

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Pronti alla «rivioluzione», un neologismo per dire rivoluzione-viola, contro il decreto legge "salva-liste". Con questo spirito il Popolo viola, è sceso ieri in piazza in dodici città italiane chiedendo al governo il ritiro del provvedimento. Da Messina a Ferrara, passando per Firenze, Roma, Sassari, Bari e altre città, il movimento nato alcuni mesi fa sui blog ha messo in moto una mobilitazione avviata con un tam tam di sms e messaggi su Facebook nelle ultime 48 ore, fin da quando è stato varato il decreto, considerato «una truffa» dai manifestanti. La manifestazione più importante si è svolta nella Capitale, dove il movimento ha protestato per il terzo giorno consecutivo. Ieri, secondo gli organizzatori, oltre cinquemila manifestanti sono scesi in piazza Navona. Su un palco sono stati esposti striscioni dalla scritta: «Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare». L'iniziativa ha assunto un carattere interattivo, con migliaia di internauti che, partecipando all'evento connessi in diretta streaming, hanno lasciato i loro commenti su Facebook affinchè fossero letti sul palco. È stata anche allestita una sorta di lapide con la scritta "Qui giace lo Stato di diritto", assieme ai fiori e a un candelotto rigorosamente viola. Sul palco si sono alternati semplici cittadini e vari giuristi per spiegare «l'incostituzionalità del decreto». Tra la folla, in piazza a Roma, le bandiere di Idv, Pd, Rifondazione, Radicali e Verdi hanno prevalso su quelle viola. E c'è stato anche chi ha sventolato il Tricolore con un drappo nero che stringeva la bandiera in segno di «lutto della Repubblica». In questo «funerale della democrazia» immaginato da qualcuno c'è stato spazio anche per l'orgoglio degli esponenti del Popolo viola: «abbiamo cambiato il modo di comunicare del presidente della Repubblica, visto che adesso ci risponde su internet, Siamo pronti alla "rivioluzione"». Per il leader del movimento Gianfranco Mascia «questo dl farà perdere a Berlusconi diversi voti. Tra di noi ci sono anche persone del centrodestra. I partiti stanno recependo ciò che noi stiamo dicendo, non vogliamo nessun Aventino, compattiamo i partiti e andiamo tutti a votare».

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