Berlusconi: "Che delusione il Pd"
Qualche ora di relax. Un pranzo con i calciatori del Milan, piccolo bagno di folla con autografi e fotografie, un pomeriggio trascorso a Palazzo Grazioli. All'indomani del decreto salva elezioni varato dal governo e firmato da Napolitano, Silvio Berlusconi si concede un po' di riposo. Senza tralasciare però la politica, e soprattutto pensando, a questo punto, alle prossime mosse. Mancano tre settimane alle Regionali e per il premier bisogna schiacciare il piede sull'acceleratore. «Dobbiamo vincere questa partita», un risultato dal «valore nazionale», un referendum sul partito e soprattutto su di lui. Berlusconi ha messo in agenda una serie di viaggi nelle regioni chiamate al voto. Non in tutte, «non posso per motivi di sicurezza». In quelle principali sì però. Per le altre, il premier sta già preparando dei video massaggi da inviare a sostegno dei candidati. Un cambio di rotta rispetto a quanto aveva deciso inizialmente, vale a dire di seguire a distanza questa campagna elettorale. Vuoi le vicende giudiziarie che hanno investito il Pdl, vuoi il caos liste di questi ultimi giorni, pena danno d'immagine e perdita di consensi, il Cavaliere ha deciso di scendere in campo. La sua agenda è stata letteralmente stravolta. Ha voluto cancellare pure il viaggio in Brasile (in programma l'8 e il 9 marzo e slittato al 30 marzo). «Il presidente vuole rimanere concentrato sulla campagna elettorale», spiegano fonti di maggioranza. «Sa bene che o scende in campo lui o le elezioni non le vinciamo». Ieri intanto il centrodestra ha incassato un primo risultato positivo, la riammissione della lista Formigoni da parte del Tar. A questo punto manca solo il Lazio: domani mattina presto il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato venerdì scorso. E sempre in mattinata, intorno all'ora di pranzo, saranno depositate le firme in tribunale. A farlo saranno sempre Alfredo Milioni (quello del panino) e Giorgio Polesi. Molto probabilmente, stavolta non saranno da soli. Con loro ci sarà anche il responsabile dell'ufficio elettorale Ignazio Abrignani. Su cosa e come fare, si è parlato ieri pomeriggio in una riunione fiume con tutti i vertici laziali del partito, c'erano pure Milioni e Polesi. I due sono stati ben istruiti sul da farsi in tribunale: stavolta non sono consentiti errori. Subito dopo il deposito, molto probabilmente ci sarà una conferenza stampa, per raccontare come il fascicolo di firme sigillato e consegnato al tribunale è lo stesso portato sabato 27 febbraio, giorno del pasticcio. «Questo - spiegano dal partito - a testimoniare che non abbiamo aggiunto nulla in questi giorni». A prendere il premier e a portarlo all'hotel Villa Pamphili di Roma, dove alloggiavano i giocatori del Milan, è stato Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, e vecchio amico del premier. Berlusconi era contento di pranzare con la squadra, «la mia squadra», una sorta di colazione in famiglia. Tante le telefonate ricevute per tutto il giorno; quasi unico l'argomento, il decreto. Berlusconi ha ripetuto sempre lo stesso ragionamento: «Abbiamo rispettato la legge, abbiamo dato solo un'interpretazione delle norme senza modificare nessuna legge». È inutile attaccare il Presidente Napolitano - questo, appunto, il ragionamento del premier - non c'è stato nessun stravolgimento delle regole e nessun intervento contro la Costituzione. Il presidente del Consiglio, dunque, ribadisce la validità dell'operato del governo e non si cura delle proteste provenienti dall'opposizione contro il provvedimento. Possono dire quello che vogliono - ha spiegato il Cavaliere -, noi penseremo solo a governare e a vincere le elezioni. È chiaro però, secondo il Cav, «che a comandare da quella parte è Di Pietro». Stamattina parlerà attraverso un collegamento telefonico ad una manifestazione elettorale organizzata da Nicola Cosentino in programma a Napoli, dove Berlusconi sarà molto probabilmente il prossimo weekend. In programma per le prossime settimane anche Puglia, Lombardia e Veneto.