Aplomb e sconforto dietro le sbarre Scaglia studia, Di Girolamo piange
Uno sereno e addirittura studioso, l'altro scosso e in lacrime. Finiti in galera dopo la bufera Fastweb-Telecom Sparkle per un presunto riciclaggio di oltre due miliardi di euro, il mago della finanza Silvio Scaglia e l'ex senatore Nicola Di Girolamo mostrano due stati d'animo profondi e distanti: il primo si concentra a tal punto da voler imparare il cinese, il invece è piombato nello sconforto e piange. Quando parla, Scaglia ripete di non capire «cosa ci sto a fare io qui». Ribadisce la totale collaborazione con gli inquirenti per «chiarire la posizione e l'estraneità ai fatti, che sono responsabilità di altri soggetti». Il fondatore di Fastweb vuole incontrare i pm prima di presentare una istanza al Tribunale del riesame. Lo spiega l'avvocato di Scaglia, Antonio Fiorella: «La linea è quella di totale collaborazione. Si vuole chiarire tutto e arrivare ad una revisione complessiva della vicenda». Ieri nel carcere di Rebibbia i due detenuti eccellenti hanno ricevuto visite. Nella sua cella del braccio G12 tre metri per uno, con un letto, una piccola tv e una sedia, Scaglia ha visto la deputata Melania Rizzoli (Pdl) e la consigliera del Lazio Anna Evelina Pizzo (Sinstra ecologia e libertà). «L'ho trovato che studiava il cinese - riferisce la parlamentare, che è anche medico - si è mostrato di ottimo umore, perfettamente curato. Mi ha assicurato che mangia e ha scherzato sulla sua detenzione, dicendo di considerare Rebibbia "se non proprio una spa, una spa spartana...". Con la consigliera regionale, il patron di Fastweb si è mostrato indignato verso il sistema giudiziario italiano. «In un sistema come quello inglese se lo sognavano di mettermi in galera - avrebbe detto alla consigliera - E comunque mi auguro di uscire al più presto, per il mio profilo giudiziario io qua non avrei dovuto metterci piede». Altro umore quello dell'ex senatore pdl Nicola Di Girolamo, dall'altra sera dietro le sbarre. Piange ed è in evidente stato di choc. È andata a trovarlo il deputato del Pdl Melania Rizzoli. «È scoppiato a piangere quando io l'ho chiamato "senatore" - ha raccontato il deputato - "Mi chiama senatore? Grazie, grazie...", mi ha risposto in lacrime» l'avvocato pdl. Intanto ieri l'avvocato Paolo Colosimo, costituitosi il 2 marzo scorso dopo alcuni giorni di latitanza, ha respinto le accuse davanti al Gip: ha rivendicato la liceità dei suoi rapporti con l'ex senatore Nicola Di Girolamo e con l'imprenditore Gennaro Mokbel negando di essere una sorta di trait d'union tra i due e la 'ndrangheta. Davanti ai pm romani è comparso inoltre un altro detenuto, il maggiore della Guardia di finanza, Luca Berriola, già in servizio al Comando di tutela della finanza pubblica, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.