In migliaia sotto la pioggia per sostenere la Polverini

Il tam-tam comincia poco prima delle 17. Dal palco sta parlando Beatrice Lorenzin, su piazza Farnese cade una pioggia lenta, leggera, costante. La voce passa di bocca in bocca: «Berlusconi non verrà»; «È stato annullato anche l'incontro con gli eletti all'hotel Excelsior»; «Sì, il presidente varerà un provvedimento per salvare la democrazia». La voce prende corpo mentre davanti all'ambasciata di Francia, a due passi da Campo de' Fiori, il popolo azzurro scende in piazza per «difendere il voto» e chiedere l'ammissione della lista provinciale del Pdl non presentata sabato scorso. Ci sono tutti, Renata Polverini e il sindaco della Capitale Alemanno, ovviamente. Ma anche il capogruppo alla Camera Cicchitto e il presidente dei senatori Gasparri, il ministro Giorgia Meloni, i senatori Cursi e Gramazio, le deputate Lorenzin e Saltamartini, i consiglieri regionali uscenti (Armeni, Celori, Luzzi), le aspiranti new entry (Folgori, Cangemi, Cacciotti) e quasi tutti i consiglieri comunali e provinciali. La piazza c'è. Bandiere del Pdl e La Destra, striscioni, persino fumogeni e corsi da stadio per la fine della maratona oratoria cominciata lunedì scorso e culminata nella manifestazione di piazza Farnese. La gente è lì, ma con la testa sta a Palazzo Chigi. Sotto la pioggia esponenti politici e militanti non discutono d'altro. Prende la parola Renata Polverini e subito fa capire che la strada politica è tutt'altro che sbarrata: «Voglio lanciare un appello, perché la politica con un gesto di serietà e responsabilità voglia condividere un percorso che conduca tutti i cittadini del Lazio e della Lombardia alle urne il 28 e 9 marzo. Nessuna regola sostanziale è stata calpestata, è soltanto un fatto di burocrazia. Questa è una battaglia per riconquistare il Lazio, ma soprattutto i diritti e il primo di essi è la democrazia». Dal palco la candidata Pdl alla presidenza della Regione fa partire il coro «Democrazia, democrazia», scandito da tutta la piazza. Poi riprende la parola: «Non mi batto contro qualcuno, ma per i diritti. Questa è una manifestazione per e non contro. Non c'è burocrazia, pioggia, non c'è nulla che potrà fermare questo mare di gente che vuole solo votare Pdl e i suoi candidati». Poi guarda la folla, le bandiere: «Questa è la piazza vuota di Renata Polverini», esclama polemica. «Questa piazza è diventata un mare», grida e, ispirandosi a uno striscione che cita una frase di Lucio Battisti, intona «Io vorrei, non vorrei ma se vuoi»: «Come può uno scoglio arginare un mare....». La piazza canta con lei. Il Popolo della libertà, anche grazie alla decisione della Corte d'Appello che in serata riammette il listino e di conseguenza la candidatura della Polverini, comincia a riprendere fiato.