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Caso Tg1, i redattori: "Non c'è alcun disagio"

Minzolini

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Sono 92 (ma se ne sono poi aggiunti altri) su 160 i giornalisti del Tg1 che hanno redatto un documento in cui si critica l'iniziativa del cdr che ha inviato nei giorni scorsa una lettera al direttore generale della Rai, Mauro Masi, e per conoscenza al presidente Paolo Garimberti, nella quale si esprime «disagio» e «preoccupazione» per la gestione dell' informazione sulla rete ammiraglia della televisione pubblica. Nella lettera del cdr, di cui ha dato ieri ampio risalto il quotidiano «La Repubblica», veniva chiesto ai vertici di viale Mazzini di «vigilare» sull'informazione del Tg1 anche in vista delle prossime elezioni regionali. Questo è il testo del documento con la risposta dei redattori: «Al Tg1 non c'è nessun disagio. Non è accettabile che si rappresenti ai vertici aziendali addirittura questo stato d'animo che, nella rappresentazione giornalistica di alcuni quotidiani, è diventata persino necessità di "vigilanza" dell'operato del direttore e di tutta la redazione. Nozione quella di vigilanza che stupisce e preoccupa poichè evoca concezioni totalitarie». «Così facendo – continua il documento – si determina nell'opinione pubblica il sospetto di una mancanza di trasparenza nell'informazione del Tg1 che mai ha contraddistinto e mai contraddistinguerà l'operato della nostra testata». « Invitiamo il comitato di redazione a coinvolgere – conclude il comunicato – l'intera redazione prima di intraprendere iniziative così impegnative, arbitrarie e delicate che rischiano di danneggiare l'immagine del lavoro di tutti. Nel contempo invitiamo il cdr a salvaguardare quello spirito di testata che da sempre rappresenta il nostro punto di forza e il nostro valore aggiunto».

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