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Pitruzzella: «Una legge ad hoc avrebbe elementi di costituzionalità»

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Ciònonostante, aggiunge, «potrebbero esserci buone ragioni di costituzionalità». Professore, crede che il governo debba intervenire con un decreto? «Come lei sa il decreto legge viene utilizzato in casi di straordinaria necessità e urgenza. E la Corte non è mai stata rigorosissima su questo». Cioè? «Ha riconosciuto che non c'erano i presupposti solo in casi eccezionalissimi». Ci troviamo in uno di quelli? «L'urgenza sicuramente c'è visto che ci stiamo avvicinando alle elezioni e, dopo, non sarebbe più possibile risolvere il problema. Occorre valutare se esiste la necessità». Lei che idea ha? «Dobbiamo valutare il valore in gioco. Siamo di fronte alla possibilità che la più grande forza politica del Paese non partecipi alle elezioni. Si tratterebbe quindi di un voto falsato con il rischio che le istituzioni ne escano delegittimate. Insomma c'è la possibilità che non ci sia una sfida tra due candidati in grado di concorrere alla guida della Regione. Ergo non ci sono più elezioni. È un caso limite ma, a mio avviso, potrebbero esserci buone ragioni di costituzionalità. Quanto all'opportunità politica non sta a me valutarla». Ma in questo modo non si corre il rischio che, tra ricorsi e controricorsi, le elezioni non finiscano mai? «Sicuramente, ad elezioni avvenute, ci sarà chi non sarà d'accordo e impugnerà il risultato sollevando questione di legittimità costituzionale. A quel punto la questione finirebbe sul tavolo della Corte». Tempi? «Almeno un anno». Non esiste un'altra soluzione? «C'è il ricorso al Tar, ma potrebbe essere peggio. Il tribunale, infatti, potrebbe decidere una sospensiva e accettare le liste con riserva. Le elezioni si fanno e poi, dopo tre mesi, il risultato viene cambiato». Nic. Imb.

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