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Formigoni resta fuori

Formigoni

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Continua il caos sulle liste. La Corte d'Appello di Milano ha confermato l'esclusione della lista Formigoni, respingendo così il ricorso contro la mancata ammissione della lista guidata dal presidente uscente della Lombardia dalle elezioni regionali del 28 marzo. Tuttavia il centrodestra non demorde e ha già annunciato un nuovo ricorso che verrà depositato al Tar della Lombardia. «Ora inizia la partita vera», commenta il vicecoordinatore regionale del Pdl Massimo Corsaro. Nel centrodestra (dal segretario della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti allo stesso governatore), infatti, fanno notare che difficilmente un collegio giudicante come l'ufficio centrale elettorale torna sulle sue decisioni dandosi in pratica torto da solo. «Eravamo convinti delle nostre buone ragioni - tuona Formigoni - e dichiariamo la nostra sorpresa. Auspicavamo che il collegio avesse il coraggio di smentire se stesso». La Corte d'Appello sostiene che mancano 250 firme per arrivare al quorum minimo di 3.500 richiesto dalla legge e nella motivazione sottolinea che le firme valide risultano ancora meno rispetto al conteggio fatto dopo il ricorso della lista Bonino Pannella. Nello specifico, nel motivare la bocciatura del ricorso della lista "Per la Lombardia" i giudici della Corte di Appello di Milano, ricordano che l'autenticazione delle sottoscrizioni delle firme «deve essere compiuta con le modalità» previste dalle normative specifiche. Queste formalità, non sarebbero state rispettate. «Queste modalità - è scritto ancora nella decisione di 5 pagine - costituiscono quindi il minimo essenziale per assicurare la certezza della provenienza della sottoscrizione dal soggetto che figura averla apposta e devono coesistere tutte». Per i giudici «la richiesta del legislatore di autenticazione delle firme dei sottoscrittori risponde all'imprescindibile necessità di verificare che la presentazione della lista corrisponda effettivamente alla volontà della quota di elettori in essa indicata». «Ma non spiega perchè hanno sottratto delle firme», aggiunge il presidente della Regione annunciando la richiesta di un'«operazione legalità» con il controllo «firma per firma, data per data, luogo per luogo di tutte le liste e listini» che sono in corsa. Nel frattempo già oggi i rappresentanti del centrodestra saranno alla Corte d'Appello per fare una verifica «perché la legge sia davvero uguale per tutti. Noi non abbiamo nulla da nascondere». Il suo invito è che anche gli altri candidati si uniscano alla richiesta. Una richiesta già fatta in giornata da Marco Cappato, dei radicali. Il candidato del centrosinistra Filippo Penati, che ieri ha incontrato i cittadini al quartiere Santa Giulia di Milano, invece ha detto di aspettare la decisione del Tar e ha rimarcato le divisioni interne fra Lega Nord e Pdl. Ha preferito non spiegare se a suo avviso sarebbero anomale eventuali elezioni senza Pdl e Carroccio. Su questo ha invece risposto Formigoni: «Noi difendiamo la legalità e il diritto degli elettori di scegliere fra i partiti che loro aggradano e di non fare una scelta monca». Il governatore ha detto di essere fiducioso sul risultato finale e convinto che non si rimanderanno le elezioni anche se si è scusato con gli elettori per «i giorni di incertezza». Per ora ha evitato di parlare di colpe, anche se ha ammesso di non averne trovate nel Pdl. E per sottolineare la coesione di Carroccio e Popolo della libertà, già questa mattina ha annunciato una manifestazione con i candidati del Nord dei due partiti. Per la soluzione finale prevede che si dovrà arrivare al Consiglio di Stato. «Immagino che al Tar vinceremo e qualcuno farà ricorso al Consiglio di Stato». E questo non potrà che dar ragione al centrodestra, ha concluso, «reintegrando le nostre liste».

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