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Fini fa di nuovo il guastatore

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Gianfranco Fini

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"Il Pdl così com'è non mi piace". Parola di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera, ormai non ne fa più mistero («Lo sanno tutti che è così» commenta il numero uno di Montecitorio), tanto che, ogni qual volta si trova a intervenire in un dibattito pubblico, non perde occasione per lasciarsi andare. E ieri Fini lo ha fatto durante l'ennesima presentazione del suo libro Il futuro della libertà al teatro Garau di Oristano. Un futuro, quello del Pdl, che Fini vede incerto («così com'è non mi piace») ma del quale vuole, comunque, farne parte: «Sono affezionato al partito avendo contribuito a fondarlo. Mi sono assunto la responsabilità di consegnare al giudizio della storia 50 anni di vita nazionale cominciando con l'Msi sino ad An. Non eravamo alla canna del gas, An aveva percentuali a due cifre, ma ci siamo presi la responsabilità di dare vita a un nuovo soggetto politico perché credevamo nel bipolarismo, nell'alternanza e nell'europeismo». Affezionato certamente ma anche molto critico tanto che Ignazio la Russa, anche lui ex An e attualmente uno dei coordinatori del Pdl, dopo aver letto le dichiarazioni del presidente ha prontamente cercato di smussare gli angoli di una polemica che avrebbe potuto montare: «Non credo si riferisse alla presentazione delle liste - ha commentato La Russa -. Comunque tutti vorremmo un Pdl più bello e più forte, però accontentiamoci. In pochi mesi il partito ha vinto tutto, organizzativamente è posizionato in tutte le città d'Italia. Anche questa vicenda delle liste dimostra che si può fare di più e meglio con il tempo». Ed era stato proprio Fini a parlare degli errori del Pdl. Aveva commentato: «Il Pdl ne ha commessi perché è nato da poco. Ha necessità di unire e omogeneizzare esperienze diverse perché si sono mescolate con congiunture diverse. Questa prima fase si deve considerare di rodaggio iniziale non di routine». Critiche invece arrivano dai deputati più vicini alla ex Forza Italia. Tra i primi ad intervenire c'è Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera: «Il Pdl non è un contenitore riempito con ciò che capita, ma un partito nato dal basso. A Fini non piace? Ognuno deve sentire la necessità di migliorarsi sempre ma non possimo dimenticare quanto fatto di buono fino ad oggi. Più pungente il deputato del Pdl Giancarlo Lehner: «Anche a me all'inizio piacque Gianfranco, mentre ora, confesso, non mi piace più».

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