Lerner eroe sul blog, ma non si dimette
Gad ha ricevuto centinaia di telefonate. Un bombardamento per sapere, in fondo, una sola cosa. Se si sarebbe dimesso, se avrebbe dato un calcio a La7 dopo l'annullamento del suo «Infedele» che andava a scavare nello scandalo Fastweb-Telecom. A quelli all'altro capo del cellulare Lerner rispondeva secco: «Leggete che cosa penso sul mio blog, rispondo a Giovanni Stella, l'ad di Telecom Italia Media». Ma nell'agorà virtuale di dimissioni o di minaccia di dimissioni non c'è traccia. C'è invece un botta e risposta. «Ho ricevuto da Stella la seguente lettera», attacca Lerner. E via le parole del manager. «Caro Gad...». E giù a spiegare le ragioni di opportunità che hanno indotto La7 a cancellare il programma: non turbare le indagini giudiziarie su Telecom Sparkle. Dunque «meglio soprassedere» anche se la puntata del 1° marzo «era stata da me approvata». Magra soddisfazione per Lerner l'ammissione dell'azienda di averci ripensato. Sicché il giornalista risponde con un «Caro Gianni, mantengo il dissenso che ti ho manifestato». E spiega: «La trasmissione dell'Infedele, già pubblicizzata, non avrebbe turbato né le indagini né le decisioni che competono alla magistratura. Avrebbe informato e approfondito, come da otto anni usa L'Infedele anche su vicende riguardanti Telecom Italia e come spero torni a fare dopo lo spiacevole salto di una puntata. Grazie per la correttezza con cui riconosci la coerenza del mio operato...». Insomma, finisce con tensione ma non con rottura. Gad non arriva allo strappo. Tira un sospiro di sollievo il direttore di La7, Lillo Tombolini, che all'avvio della bufera aveva precipitosamente evocato il rischio di dimissioni di Gad. Lui, Lerner, se ne esce da vittima ed eroe. Domani è ospite della Dandini in «Parla con me». E nel blog s'intruppano i commenti. In quattro ore, 150. Dicono la loro pure i piccoli azionisti Telecom, riuniti sotto la sigla Asati. Si augurano che subito dopo l'udienza di oggi sull'eventuale commissariamento di Sparkle da parte della Procura di Roma i vertici di Telecom «autorizzino, senza indugio, la messa in onda della trasmissione il prossimo lunedì, 8 marzo». Interviene la Federazione della Stampa. Il segretario Franco Siddi parla di «sconcerto», sottolinea che è la prima volta che una trasmissione viene rinviata per «decisione aziendale». «Questa vicenda evidenzia che l'informazione non è posta al riparo da conflitti di interesse, anche laddove meno ci sarebbe da aspettarselo», conclude Siddi. Accidenti, non ci sono più buoni e cattivi, imbavagliati e no, anche La7 è diventata una pecora nera. Insomma, ammette Siddi, non è più questione di «antiberlusconismo», ma è «una dimensione reale di disagio e debolezza del nostro sistema». Rimbecca la Fnsi tal Marco Scardomella intervenendo sul Lerner blog: «Ipocriti, che significa dove meno te lo aspetti?». E se tanti invitano Lerner ad andarsene ed evocano l'eroe Mentana, altri inventano la solidarietà di Antonio Ricci e annunciano, subito smentiti, che per solidarietà non va in onda Striscia. Un altro, invitando invece Gad a restare, gli suggerisce di andarsene eventualmente quando a La7 entrerà quel «figuro» di Vigorelli. Non sa che Vigorelli, l'uomo Mediaset, è già arrivato.