Regionali nel Lazio, ricorso respinto Il partito rimane appeso a un filo
Le ormai flebili speranze del Pdl restano appese a un filo. A mezzogiorno, come prevedibile, arriva la mazzata: l’ufficio centrale cirscoscrizionale rigetta l’istanza per l’accoglimento della lista provinciale del collegio di Roma, che, ad oggi, non risulta ammessa alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio. «Secondo loro la lista non è stata presentata e quindi non c’è diritto, una cosa assolutamente contestabile», è il commento a caldo di Ignazio Abrignani, responsabile elettorale del Popolo della libertà. È domenica mattina, il cielo è grigio sopra la Corte d’appello di Roma. Fuori al parcheggio giornalisti, troupe televisive. Insieme a loro alcuni esponenti politici di centrosinistra, gli IdV Stefano Pedica e Vincenzo Maruccio. Sono lì per verificare che la propria lista sia stata ammessa regolarmente, ma anche per sapere che ne sarà del Pdl. Non bisogna attendere molto, a mezzogiorno il tam-tam rimbalza la notizia: il Pdl resta fuori in seguito alla mancata presentazione della lista entro il termine ultime: le 12 di sabato. Il comitato elettorale di via Imbriani, quartier generale di Renata Polverini a piazzale Flaminio, nel frattempo, si popola sin dalla prima mattina. Ci sono praticamente tutti, anche Alfredo Milioni, uno dei due delegati incaricati di presentare le liste. Viene convocata una conferenza stampa con tutti i vertici locali del partito. Alle 13.30 il comitato è stracolmo: ci sono il sindaco Alemanno, Isabella Rauti, Barbara Saltamartini, i senatori Augello e Gramazio, il capogruppo alla Camera Cicchitto, i deputati Rampelli e Lorenzin, il ministro Meloni, il coordinatore regionale Piso, il suo vice Pallone e il coordinatore romano Sammarco, i candidati nel listino Chiara Colosimo, Irmici, Miele. Fuori dal cancello i ragazzi del giovanile, con le loro bandiere, la loro inconscia e incapace incredulità. Alla chetichella arrivano anche i consiglieri comunali. Non manca la «parte lesa»: i consiglieri regionali uscenti (Robilotta, Luzzi, Celori, Armeni, Lollobrigida, Prestagiovanni) e alcuni aspiranti (Folgori, Cacciotti, Terranova, Palozzi, Malcotti, Cangemi). Allo stato dei fatti, ormai tutti fuori gioco. In pochi off the records dicono di credere nel miracolo. «Entro domani (oggi ndr) presenteremo ricorso all’ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello - spiega Abrignani - Ci auguriamo che non si debba andare al Tar, ma se sarà necessario lo faremo». Il Pdl non si arrende. Anche perché, secondo Piso e la candidata alla presidenza Renata Polverini non esistono le condizioni per escludere la lista dl collegio della Capitale: «Ai delegati è stato impedito con la forza di poter continuare la loro azione nell’ufficio della cancelleria». A entrare nel merito è Vincenzo Piso: i delegati Giogio Polesi e Alfredo milioni erano a piazzale Clodio alle 11.25 di sabato, poi Milioni voleva dare il cambio nella fila, scatenando l’ira di alcuni rappresentanti di sinistra. Nel parapiglia si sono ritrovati fuori dall’area circoscritta. Tesi confermata in serata dal coordinatore nazionale Denis Verdini. «Il Pdl è parte lesa. Daremo battaglia fino alla fine», tuona Sammarco. La Polverini si dice «fiduciosa»: «Vinceremo lo stesso, la gente vuole cambiare. E poi c’è sempre la lista civica. La campagna elettorale continua. La brucocrazia sta uccidendo la democrazia». Intanto il Pdl si mobilita. La Polverini, nel ricordare lo «sconcerto» di Berlusconi, si appella al Capo dello Stato «affinché garantisca il diritto di voto ai cittadini di Roma». E, col medesimo fine, il sindaco Alemanno scrive annuncia d’aver scritto una lettera a Napolitano. In attesa del pronunciamento della Corte d’Appello, previsto per mercoledì, anche la piazza scende in campo. Nel pomeriggio eletti ed elettori si danno appuntamento a piazza del Popolo, mentre oggi alle 15 inizierà una maratona oratoria da piazza San Lorenzo in Lucina che terminerà nella grande manifestazione del 4 marzo.