Nel cuore di Roma le gioiellerie per riciclare denaro
Unaintercettazione che riguarda questo filone d'inchiesta avviene l'8 maggio 2007 tra Mokbel e l'avvocato Nicola Di Girolamo, il senatore di cui è stato chiesto l'arresto. Mokbel, in particolare, si legge nell'ordinanza, «invita Di Girolamo ad andare lunedì mattina, con "Luchino" (Breccolotti Luca, ndr) a via del Babbuino presso "la Fondazione dell'Archivio della Scuola Romana de..., dell'Arte..", per contattare la vedova dell'artista Vespignani, in quanto intenzionato a fare "un'operazione che la prendiamo noi... una mega operazione..so.. ottanta quadri...". Di Girolamo dice che va bene e poi cambia discorso». Ma i carabinieri sono anche sulle tracce dei gioielli dell'organizzazione, considerato che Mokbel avrebbe acquistato anche diverse gioiellerie a Roma - in particolare in via Campo de' Fiori, in via Chelini e in via della Vite, a due passi da piazza di Spagna (che però rivende perchè vicina a «una pizzeria de poveracci») - «per la commercializzazione di pietre preziose ed oro» al fine di «diversificare gli obiettivi imprenditoriali criminali del sodalizio indagato».