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Inchiesta sul G8, Balducci si dimette

Angelo Balducci accusato di corruzione nell'inchiesta sui Grandi Eventi

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Angelo Balducci si è dimesso dall'incarico di presidente del Consiglio Lavori Pubblici e dall'amministrazione delle Infrastrutture. L'ingegnere, in carcere dallo scorso 10 febbraio con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta fiorentina sui Grandi eventi, ha inviato un telegramma al ministro Altero Matteoli che, con una nota, ha fatto sapere di aver «apprezzato il gesto» augurandosi che Balducci «possa chiarire al più presto la sua posizione in merito alle contestazioni della magistratura». La notizia era nell'aria anzi, secondo gli investigatori Balducci, capito che il cerchio si stava stringendo, aveva pensato alle dimissioni per malattia ed era pronto a fuggire all'estero già lo scorso 11 febbraio. E proprio per questo i pm di Firenze dovettero sollecitare il giudice per le indagini preliminari per una rapida emissione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere . Oggi, ovviamente, la rinuncia alla carica di presidente del Consiglio Lavori Pubblici, ha un altro significato. Come spiega Roberto Borgogno, uno dei suoi avvocati difensori: «Le dimissioni sono un atto annunciato da Balducci fin dal giorno dell'arresto e sono mirate anche a permettergli di difendersi più tranquillamente dalle accuse». Secondo il legale la decisione non è legata a quanto rilevano i pm fiorentini motivando al gip il loro parere contrario alla scarcerazione. Parlando del «pericolo di recidiva specifica», infatti, i magistrati scrivono: non risulta che «gli indagati pubblici ufficiali abbiano assunto determinazioni circa la dismissione della loro qualifica». «Fin dall'arresto - ribadisce Borgogno - Balducci aveva in animo di lasciare. È un atto quasi dovuto, a tutela anche dell'istituzione che rappresentava, vista la situazione che si è venuta a creare». Il legale fa notare poi che la difesa è in attesa della decisione del gip di Perugia, che deve rinnovare la misura cautelare emessa dal tribunale di Firenze. Le dimissioni dalla presidenza del Consiglio dei lavori pubblici presentate da Balducci seguono altri due atti che, in seguito all'inchiesta sui grandi eventi, nei giorni scorsi hanno determinato l'allontanamento degli arrestati da cariche pubbliche. Dopo l'esecuzione delle misure cautelari in carcere, il commissario nominato dal Governo per i lavori dei Nuovi Uffizi, l'architetto Elisabetta Fabbri, ha revocato l'incarico di soggetto attuatore a Mauro Della Giovampaola. Mentre il Provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, è stato sospeso dall'incarico. «Non conosco le procedure ma immagino sia un atto dovuto - spiega uno dei suoi difensori, Alfredo Gaito -. È la procedura che viene seguita quando la pubblica amministrazione viene a conoscenza dell'arresto di un proprio dipendente». Balducci, sposato con due figli, era l'esecutore per le opere del G8 alla Maddalena e ha alle spalle una lunga carriera nei Lavori Pubblici iniziata nel 1976 quando vinse un concorso per entrare al ministero. Ha lavorato per il Commissario delle zone terremotate in Friuli; negli anni '80 come ingegnere capo per il programma di realizzazione delle capitanerie di porto italiane. Successivamente è diventato provveditore alle opere pubbliche del Piemonte e Valle d'Aosta, poi della Lombardia e, infine, del Lazio. Il 28 settembre 2005 è stato nominato presidente generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (era già stato presidente della prima e quinta sezione dell'ente). Un lunga carriera interrotta bruscamente lo scorso 10 febbraio.  

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