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Il listino della Bonino fa esplodere il Pd

Emma Bonino, candidata alla Regione Lazio

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È l'unica costante della campagna elettorale. Appena può Emma Bonino ne combina una delle sue. E il Pd piomba nel panico. L'ultima polemica è quella sul listino della candidata presidente del Lazio e arriva nel giorno in cui i medici certificano che le condizioni di salute di Emma, dopo 4 giorni di sciopero della fame e della sete, cominciano ad aggravarsi. Secondo il bollettino, infatti, la leader radicale, che ha già perso 4 chili, avrebbe bisogno di zuccheri ma «in caso di indisponibilità ad aderire a tali prescrizioni, si ritiene indispensabile una sorveglianza medica continua che consenta un pronto intervento terapeutico in caso di necessità». Una notizia che scatena l'immediato appello del presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti che, assieme a politici e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura (tra gli altri Vasco Rossi, Franco Battiato e Monica Guerritore) invita Bonino a interrompere la sua protesta. In attesa di sapere se l'appello avrà effetto, però, c'è un'altra protesta che monta. Ed è quella degli esclusi dal listino della candidata governatore. Certo l'ufficialità attorno ai 14 nomi che lo compongono ci sarà solo stamattina, ma l'accordo sarebbe ormai chiuso e prevede 5 posti al Pd, tre all'Idv, due ai Radicali e uno a testa per Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi e Socialisti. La polemica, ovviamente, riguarda la compagine Democratica.  I nomi scelti sono quelli del ballerino Raffaele Paganini, del capo dipartimento dell'ospedale Spallanzani Corrado Bibbolino, dell'attuale assessore regionale alle Politiche Sociali Luigina Di Liegro, dello psichiatra Pier Luigi Scapicchio e del direttore dell'Ares 118 (si è già dimessa) Marinella D'Innocenzo. Esclusi, quindi, sia Luisa Lurelli (sostenuta da Goffredo Bettini) sia l'ex presidente del VII Municipio Fabrizio Scorzoni appoggiato dal coordinatore di Area Democratica (la componente guidata da Dario Franceschini) Roberto Morassut che avrebbe addirittura minacciato di lasciare il partito lamentando l'assenza nel listino della componente veltroniana. Chi invece ha lasciato la propria poltrona è il presidente della provincia di Rieti Fabio Melilli che si è dimesso da presidente dell'assemblea regionale del Pd lamentando l'assenza di candidati reatini nel listino. Difficile che il suo grido di disapprovazione verrà ascoltato. Così, a completare il listino resteranno le giornaliste Adele Conte, Bianca Maria Sarasini e Silvia Garambois, il preside di Conservazione dei beni culturali della Tuscia Alfio Cortonesi, il chirurgo Enzo De Amicis, il dottorando Vincenzo Iacovissi, la responsabile cooperazione internazionale Wwf Italia Laura Ciacci e i due dirigenti radicali Antonella Casu e Michele De Lucia. Quest'ultimo, nel 2008, scrisse un libro dal titolo Il Baratto sulle «intese e gli scambi» tra «il comunista Veltroni e l'affarista Berlusconi». Per il Pd un'altra buona notizia.

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