Ecco come Di Girolamo ha falsificato la residenza
Nella relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari c'era già scritto tutto. Più di un anno e mezzo fa in quel resoconto emergevano le incongruenze e gli imbrogli che il senatore Nicola Di Girolamo aveva compiuto per risultare residente in Belgio. Ma emerge anche la facilità con cui si possono «mescolare» le carte per iscriversi all'Aire, l'anagrafe degli italiani all'estero, e dunque essere poi «in regola» per farsi eleggere. Rileggerle oggi – dopo che il presidente del Senato Renato Schifani ha rimesso urgentemente all'ordine del giorno di Palazzo Madama il voto per far decadere dall'incarico il senatore inquisito – serve a capire con quale leggerezza si sia deciso di soprassedere e di non procedere con l'espulsione del parlamentare. Nell'apertura della seduta del 20 ottobre 2008 il relatore della Giunta, Andrea Augello (l'unico della maggioranza che in aula voterà contro la sospensione del provvedimento di annullamento dell'elezione di Di Girolamo), spiega come, dopo aver ascoltato le testimonianze degli inquilini che abitavano nella casa dove Di Girolamo aveva detto di aver preso la residenza, la Giunta fosse arrivata alla conclusione che in quell'appartamento il senatore del Pdl non aveva in realtà mai messo piede. Inoltre emerge come, per garantirsi una sorta di copertura, il senatore avesse pagato un paio di mensilità di affitto a due inquilini. E grazie a quei soldi, è scritto nella relazione della Giunta, «fu concordata la versione di comodo che se fosse venuta la polizia belga si doveva rispondere che Di Girolamo abitava lì ma era momentaneamente assente». Poi il relatore spiega: «Se pure fossero mai intercorse pattuizioni secondo cui uno dei posti letto era riservato a Di Girolamo, ciò su cui concordano tutti i testi è che esse non ebbero mai pratica attuazione. I testimoni Oronzo Cilli e Dario Ferrante hanno dato conferma di dichiarazioni già rese, secondo cui Di Girolamo non ha mai abitato nella casa in rue de Tervueren 143. Cilli dice che non lo vide mai né seppe mai della sua presenza; Ferrante esclude che vi sia mai stato». E ancora: «Il comitato inquirente (la Giunta ndr) ha comunque acceduto alla richiesta di parte di acquisire la testimonianza anche della coinquilina Giannattasio. Tale deposizione è stata dirimente per escludere che Di Girolamo abbia mai abitato in quella casa». Dunque, secondo i senatori, la residenza era chiaramente falsa. E le testimonianze del senatore Pdl, sempre secondo la Giunta, «inaffidabili». Altrettanto «pasticciato» è il modo con cui il parlamentare ha ottenuto l'iscrizione all'Aire che gli ha poi permesso di presentarsi nelle liste elettorali. Di Girolamo, secondo quanto è emerso dalla discussione in Giunta, si è presentato negli uffici dell'anagrafe e ha semplicemente fatto una autocertificazione nella quale sosteneva di essere residente in una delle 19 municipalità che compongono la regione di Bruxelles. In realtà, come ha spiegato l'avvocato difensore di Raffaele Fantetti, il parlamentare che ha fatto ricorso contro il senatore indagato, «Di Girolamo risulta residente dal 2 giugno ad oggi in un altro posto, che non è avenue de Tervueren 143. Dunque la domanda di iscrizione all'Aire non ha avuto alcun seguito in termini di sviluppo della residenza presso quel locale». Ma quell'indirizzo usato per potersi iscrivere all'Aire non aveva convinto del tutto neppure il consolato italiano. E infatti il certificato gli viene immediatamente revocato. «La certificazione – si legge – è stata annullata immediatamente il 14 maggio in forza degli accertamenti che le disposizioni della Guida consolare impongono quando ci sono dei dubbi. L'annullamento del certificato di residenza all'estero, che ad avviso del Di Girolamo consente l'iscrizione nelle liste elettorali, fa cadere infatti la sua stessa iscrizione. Tale annullamento è avvenuto a seguito di un controllo che è stato fatto forse non in maniera serena ma certamente in modo accurato. Il console, infatti, quando si è reso conto che qualcosa non quadrava (noi purtroppo sappiamo che ciò è avvenuto perché si sono avviate le indagini della Procura della Repubblica) ha chiesto informazioni ai Comuni di Etherbeek e di Woluwe Saint Pierre, si è recato presso l'abitazione dove doveva essere Di Girolamo e si è reso conto di tutto questo». Ma dalle carte della Giunta emerge anche la facilità con cui ci si può iscrivere nella lista dei cittadini residenti all'estero. E le «falle» di un sistema di voto che il governo dovrà certamente rivedere. Come ha fatto Di Girolamo? Semplicemente presentando la sua autocertificazione al consolato di Bruxelles. La domanda di iscrizione all'Aire che prova il suo trasferimento dall'Italia a Bruxelles a quel punto è stata inviata a Roma che ha preso atto della situazione, ha cancellato il nominativo dalle liste del Comune e ha dato via libera a Bruxelles, confermando la residenza dell'interessato nella città belga. Senza alcun controllo. E il gioco è fatto.