Nel Pd ancora liti su candidati e listino

Continuanole polemiche attorno al listino della Bonino. Nonostante la difficoltà del Pdl che non è riuscito a presentare la lista, il Pd non riesce a cavalcare questo momento favorevole ed è sempre più diviso. Così ieri Ignazio Marino ha annunciato di ritirarsi, insieme alla sua componente, dagli organismi dirigenti del partito del Lazio «perchè non abbiamo fiducia nel segretario Mazzoli». Marino accusa la mancanza di un coordinamento nel partito: «Nel momento in cui si dovevano discutere gli aspetti pratici della campagna elettorale e della Lista ho chiamato Mazzoli per avere delle spiegazioni ma non sono riuscito a parlargli». Quindi ha annunciato la costituzione di un «Comitato Marino per Bonino» facendo confluire su di lei i voti di quanti lo hanno sostenuto alle primarie. Il coordinamento regionale quindi parla di «mazzoli prigioniero delle correnti e delle sottocorrenti e «denuncia le furbizie e le bugie con le quali si sono volute giustificare le scelte fatte dal segretario regionale sotto dettatura. L'esclusione di Luisa Laurelli dal listino è stato un vero e proprio blitz. Ma non è tutto. Il deputato Pd, Roberto Morassut, polemizza con chi vorrebbe una sua uscita dal partito. «C'è nel Pd chi invece di lavorare per vincere le elezioni perde il suo tempo per fare veline sui giornali». E smentisce l'ipotesi di un suo abbandono: «Chi ha diffuso la voce è semplicemente un cretino. Sono indignato da simili comportamenti, il Pd è il partito che ho contribuito a costituire. Il mio posto è nel Pd e in questo partito non rinuncio a dire ciò che penso con schiettezza e trasparenza». A difesa di Mazzoli scende in campo Ugo Sposetti che se la prende con Morassut e Marino e «la cattiveria con cui si sono scagliati contro il segretario regionale. «Piuttosto - afferma Sposetti - dovrebbero pensare a raccogliere voti e a riflettere su come si costruisce un gruppo dirigente, abbassando i toni». Ma il tono lo alza Fabio Melilli che critica la scelta di candidare nel listino esponenti della società civile ma tutti della Capitale.