Ieri mastini, oggi incapaci

Da bambino, con i miei fratelli guardavo un programma che si chiamava "Oggi le comiche". Ridolini e Buster Keaton per me erano uno spasso. Ieri sono stati superati da tal Alfredo Milioni, presidente del diciannovesimo municipio di Roma. Doveva consegnare in tribunale le firme e la lista dei candidati del Pdl alle elezioni regionali del Lazio. Una cosa facile facile: non ci è riuscito. Doveva farlo ieri alle 12 ma improvvisamente s’è trovato in un mezzogiorno di fuoco. Risultato: la lista del Pdl che sostiene Renata Polverini contro Emma Bonino non c’è e non sappiamo se mai ci sarà. Tutto sarà deciso a colpi di carte bollate. Questo pasticciaccio brutto, cari amici de Il Tempo, ci dà l’occasione per parlare di un tema che ci sta a cuore: l’organizzazione dei partiti. Quelli della Prima Repubblica a presentare le liste mandavano dei mastini feroci, gente che non si faceva scavalcare, tirava di boxe, conosceva ogni anfratto del tribunale, faceva la notte e all’alba aveva già consegnato il malloppo cartaceo. Nella Seconda Repubblica ci ritroviamo a raccontare l’impresa di una sagoma improbabile che arriva in ritardo, con il fiatone, perde tempo, poggia le carte, s’allontana e non ode il carabiniere che lancia l’ultimo avviso prima di sbarrare l’accesso. La difesa di mister Milioni dice che gli è stato impedito fisicamente di tagliare il traguardo. Invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia: siamo di fronte a un tipo che deve sperare nella riammissione da parte del tribunale per evitare l’assalto all’arma bianca dei candidati che rischiano di aver speso centinaia di migliaia di euro per niente. Chiudo con un doppio auspicio: spero che la lista del Pdl possa correre e la partecipazione democratica non subisca un colpo; mi auguro che Berlusconi dia un’energica pedata a certi figuranti indegni di fare politica.