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Bonino si difende dai Democratici

Emma Bonino, candidata alla Regione Lazio

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Emma Bonino prova a difendersi dagli attacchi del Pd. . Da giorni, infatti, esponenti Democratici l'accusano di preferire il ruolo di militante radicale a quello di governatore del Lazio. Lo sciopero della fame e della sete e l'ambiguità attorno alla possibilità che, all'ultimo minuto, Emma possa ritirare la sua candidatura, hanno creato più di un malumore nelle stanze del Nazareno. Anche perché già ci sono i primi effetti sulla campagna elettorale con la leader radicale che mercoledì sera, esausta, è stata costretta ad annullare due appuntamenti in agenda. Così, ospite di Repubblica Tv, Bonino prova a passare al contrattacco. Anzitutto una rassicurazione: «Io fatico a dire dei sì, ma noi radicali quando lo facciamo, manteniamo gli impegni. Il mio gesto è stato un modo non reticente di dire che l'andazzo mi poneva un problema di coscienza. Poi ci sono delle responsabilità ma - aggiunge - la mia protesta non vuole essere una minaccia per nessuno, piuttosto «un processo di dibattito intellettuale». La candidata spiega anche che, come in ogni battaglia non violenta, non può prevedere quando finirà il suo sciopero. In ogni caso non pensa che, con la sua iniziativa, stia consegnando il Lazio al centrodestra. «Ritengo che molti cittadini per bene, che pure esistono nel centrodestra possano sentire questa battaglia come anche una cosa loro - insiste - La sete di legalità non non appartiene solo ad alcuni ma tutti vanno chiamati a raccolta». Insomma Emma non molla e non ha nessuna intenzione di ritirare la propria candidatura. Ma se le sue parole tranquillizzano gli elettori, non bastano per sanare i dissidi con il Pd. Ad alimentare ulteriormente lo scontro è la battaglia sul listino. La proposta della Bonino sarebbe quella di offrire 5 posti al Pd, 3 all'Idv, 2 ai Radicali e uno a testa per Sinistra Ecologia e Libertà, Federazione della Sinistra, Verdi e Psi. Sia i Democratici che l'Idv, però, vorrebbero più peso. Entrambi i partiti, infatti, temono che l'alleato aumenti eccessivamente il proprio peso elettorale. Un problema che avrebbe immediati e inevitabili riflessi anche a livello nazionale. Per Emma un'altra gatta da pelare.

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