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Annozero psichedelico tra Morgan e Celentano

Michele Santoro a Annozero

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Ed ecco a voi le avventure psichedeliche di Miki, Maki e Morgan. Il cordone sanitario della par condicio impedisce (quasi) a Santoro di tirare i soliti colpi di maglio sul Cav (sì, certo, c'è la strisciata al volo sul processo Mills nel fervorino iniziale), e allora non resta che aggrapparsi ai Beatles e a Celentano. Il tema di "Annozero" è infatti la cocaina: e con una connessione mediatica non esattamente virtuosa si strizza l'anima da pulcino bagnato del leader dei Bluvertigo per incuriosire il pubblico, fargli credere che prima dei titoli di coda si farà il nome. Del pusher? Dei tanti professionisti che pippano in barba alla deontologia e ai rischi per il cliente? Macché: il nome del parlamentare sui 232 volontari che hanno accettato l'invito di Giovanardi di farsi analizzare i capelli. Per confezionare il tradizionale attacco al Palazzo, Miki Santoro promette a Morgan che finalmente potrà cantare l'immortale "La sera", dopo l'esclusione sanremese. Ma il giro è largo: ed ecco l'artista incartarsi sui distinguo della famosa intervista-choc, fino a dire, testualmente: «Io non ho mai parlato bene della droga, ma la cocaina è un ottimo antidepressivo. Fa male come il Tavor, ma il medico me lo prescrive». Attorno a lui c'è però chi pare in condizioni meno lucide. Lo scrittore Scurati parla di «ottimismo forzoso della società», il filosofo Bonaga blatera di «stato dionisiaco», di «fattanza» e di «tavole della legge di Mosè appiccicate ai muri per essere spiegate dai preti», per concludere quel che sapevamo: cioè che «Morgan ha fatto una cazzata».   Ma no, la Palombelli dice che «non ha fatto una cazzata a dire la verità in questo Paese di moralisti. La verità è rivoluzionaria, esplosiva». Non se ne esce. Si evoca pure il Paul McCartney del 1967: aveva fatto la stessa ammissione di Morgan, e la colpa era del giornalista che l'aveva rivelata. Come fare per sapere il nome del parlamentare drogato, si chiedono a casa? Si spera in Maki Travaglio: che dopo aver minacciato di abbandonare "Annozero" ed essersi beccata la risposta di Miki («Non sarebbe una tragedia irreparabile»), sta incollato in studio perché, negli incerti destini tv, deve pubblicizzare il suo libro di imminente uscita, quello che l'ha sfibrato per troppe stesure, e l'aveva visto rispondere nervosamente, sette giorni fa, ai «giornalisti non normali di centrodestra».   Il suo pistolotto verte sulla frusta dicotomia adrianesca "lento-rock". Ce n'è per tutti i politici, e ovviamente il più rock di tutti è Berlusconi. Indovinate per quali motivi. Pare quasi un'introduzione all'arrivo della star, via telefono: Celentano in persona. Che riempie il video di un meraviglioso nulla, di pause che sembrano provenire da una fumeria d'oppio. Si teme ad ogni istante che Miki gli dica: rivoglio il mio microfono, ma non sarebbe una novità. Che ci rivela il Molleggiato? Che non solo la droga uccide, ma anche le sigarette, così come le polveri sottili nell'aria, i fumi dei riscaldamenti domestici. Uno scoop ecologista che risale ai tempi della "Via Gluck" o dell'"Albero di 30 piani". Però, vivaddio, ne butta lì una buona: «L'anno prossimo a Sanremo non ci andrà nessuno. Mazza e Masi dovranno escludere anche tutti i tabaccai, gli automobilisti, i fumatori. Tutti noi uccidiamo. Come Morgan». Come Morgan? L'artista ride, giocosamente obnubilato, e sentenzia: «Adriano è un padre psichedelico». Si va a letto senza scoprire chi sia il Lou Reed di Montecitorio.  

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