Una cascata di diamanti riciclati
Non usavano soltanto banche in paradisi fiscali per riciclare il denaro sporco. L'organizzazione criminale smantellata dalla procura di Roma, che nell'inchiesta ha fatto finire anche i vertici di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, usava anche «serci» e «gemelli». Cioè diamanti. Per ripulire i soldi frutto dell'attività illegale, era stata creata ad hoc una rete di personaggi in grado di comprare e vendere pietre preziose all'estero, anche in Uganda, e metterle poi in commercio in Italia. Soprattutto a Roma e a Firenze. Tanto da decidere di mettere in piedi una vera e propria catena di gioiellerie, dove vendere i diamanti importati di contrabbando. In molte conversazioni, contenute nelle 1.600 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, si fa riferimento all'acquisto di «serci», utilizzati come forma di reinvestimento per proventi illeciti. E per aiutare la banda era stato «assunto» anche un gemmologo, incaricato di valutare le pietre che venivano comprate dal gruppo in varie piazze europee ed asiatiche. Un giro d'affari pari a decine e decine di milioni di euro, tanto che ogni acquisto di diamanti, secondo le indagini dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza, era pari anche a 15 milioni di euro. L'organizzazione aveva inoltre anche complici in grado di superare senza problemi i controlli all'aeroporto di Fiumicino, dove facevano passare un milione di euro di pietre alla volta. «Io passo sempre con i brillanti in tasca - afferma il gemmologo in una convesazione del 21 settembre 2007 - e anche con la droga ...io passo sempre». Il gemmologo sostiene di poter fare lo stesso anche in altri aeroporti internazionali, come quelli asiatici. Propri qui, in base alle indagini, la banda utilizzava un complice di origini cinesi, Mr Lee. «Se tu mandi il cinese ...se ce sta qualcosa, l'abbandonamo ...e hai ...capì? ..se c'è un controllo della Finanza ...», ha detto al telefono il gemmologo alla moglie di Mokbel, Giorgia Ricci, anche lei arrestata. Il 12 maggio 2008 viene inoltre intercettato Gennario Mokbel, che parla con due amici in un ufficio che si trova in viale Parioli, ai quali spiega come spostare il denaro dall'Austria alle Seychelles per rendere ancor più difficoltosa la rintracciabilità dei flussi di denaro sporco agli inquirenti. Mokbel: «Quando gli so' arrivati dall'Austria so partiti tutti quanti e so' arrivati alle Seychelles ...poi è partita l'indagine qua dall'Italia ...». L'amico di Mokbel: «In Austria so' stati mandati tramite ...diciamo ...telematicamente». M: «Sì, tramite banca». Dalle informative degli investigatori, risulta che uno degli arrestati, Giuseppe Cherubini, il 16 maggio del 2007 è andato ai «Magazzini Harrod's», a Londra, per depositare in una cassetta di sicurezza 150 mila sterline in contanti.